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Mafia dei nebrodi: sequestri da 1,5 milioni di euro

di Alessandro Fragalà -





Ci sono due centri di assistenza agricola al centro di una truffa ai danni dei fondi comunitari che ha portato al sequestro di beni per un valore di circa 1,5 milioni di euro. La Guardia di Finanza di Messina ha sequestrato beni per un valore complessivo di 1,5 milioni di euro a due persone ritenute socialmente pericolose. I due soggetti, uno originario di Locri (RC) e l’altro di Catania (CT), sono accusati di aver avuto un ruolo determinante in una serie di truffe ai danni della Politica Agricola dell’Unione Europea. Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Messina, hanno preso avvio dalle risultanze del processo alla “mafia dei Nebrodi“, che ha accertato l’esistenza e l’operatività della famiglia mafiosa dei “tortoriciani”. In particolare, è emerso che i due soggetti gestivano due Centri di Assistenza Agricola (C.A.A.) che fungevano da “anticamera” per accedere ai fondi comunitari. I C.A.A., infatti, presentavano all’Unione Europea i due soggetti come legittimi beneficiari dei contributi, in realtà ottenuti illecitamente.

I reati contestati sono: associazione di tipo mafioso, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, violazione delle norme sulla Politica Agricola dell’Unione Europea. Poi ci sono i beni sequestrati: si tratta di un compendio aziendale operante nel settore agricolo, 6 terreni, 3 quote societarie, 35 rapporti finanziari, 1 autoveicolo, 2 quote di proprietà di 2 fabbricati. Un sequestro, quello effettuato dai finanzieri, dal valore complessivo di 1,5 milioni di euro. L’operazione della Guardia di Finanza di Messina rappresenta un importante risultato nella lotta alla mafia e alle truffe ai danni dell’Unione Europea.