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Cultura

Un visionario “Mercante di Venezia” in scena allo Stabile di Catania

di Elisa Petrillo -





Il Teatro Stabile di Catania si è trasformato in un portale verso il passato, ospitando una delle opere più enigmatiche e complesse di William Shakespeare, “Il Mercante di Venezia”. Questo allestimento, presentato fino al 7 aprile come gioiello della Stagione, ha brillato per l’intelligenza interpretativa e la profondità emotiva, sotto la regia innovativa di Paolo Valerio, con la traduzione affilata di Masolino D’Amico. Franco Branciaroli, indossando i panni dello storico e controverso Shylock, ha fornito una rappresentazione straordinariamente sfaccettata, navigando con maestria tra la vendetta e la vulnerabilità, costringendo il pubblico a riconsiderare le proprie preconcezioni. Accanto a lui, Piergiorgio Fasolo, nei panni di un Antonio saggio e melanconico, ha rappresentato la nobiltà e il sacrificio con una gravitas che tocca l’anima, riflettendo la complessità morale ed emotiva della trama. Il cast, comprendente Emanuele Fortunati, Riccardo Maranzana, Stefano Scandaletti, Lorenzo Guadalupi, Giulio Cancelli, Valentina Violo, Mauro Malinverno e Mersila Sokoli, ha lavorato in perfetta armonia, tessendo una narrazione coesa che ha messo in luce sia le brillanti individualità sia il potente ensemble. Questa compagnia di attori ha saputo incarnare con piena efficacia la Venezia rinascimentale, con le sue luci e ombre, il suo splendore e i suoi contrasti etici e sociali. Il nuovo allestimento di Paolo Valerio, prodotto in collaborazione con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, il Centro Teatrale Bresciano e il Teatro de Gli Incamminati, ha messo in luce la perenne attualità del dramma shakespeariano. Valerio ha intrecciato con maestria le dinamiche tra i personaggi, ponendo l’accento sui temi universali dell’amore, dell’odio, dell’amicizia, della lealtà e della giustizia, dimostrando come l’opera di Shakespeare continui a essere un riflesso penetrante della condizione umana. La scena del processo, punto culminante dello spettacolo, è stata un momento di alta tensione teatrale. Qui, la regia di Valerio ha raggiunto un apice di creatività, rappresentando Antonio in una posizione di martirio che ha evocato immagini potenti e simboliche, mentre Shylock, con il coltello in mano, si avvicinava al suo atto di vendetta. Le scene di Marta Crisolini Malatesta e i costumi di Stefano Nicolao hanno ricreato l’atmosfera rinascimentale con dettagli accurati e suggestivi, arricchendo l’esperienza visiva e trasportando gli spettatori direttamente nelle strade e nei canali di Venezia. L’illuminazione di Gigi Saccomandi e le musiche di Antonio Di Pofi hanno aggiunto ulteriori livelli di immersione, con le luci che giocavano sulle emozioni e le note musicali che sottolineavano ogni scena, enfatizzando momenti di tensione, passione e drammaticità. “Insieme stiamo bene”, ha dichiarato Valerio, riflettendo sul profondo impatto emotivo e intellettuale che “Il Mercante di Venezia” continua a esercitare sul suo pubblico. Questo allestimento ha dimostrato come il teatro possa essere uno spazio di dialogo aperto, un luogo dove le domande senza tempo trovano nuova vita e stimolano riflessioni che vanno ben oltre la sala. La produzione de “Il Mercante di Venezia” a Sala Verga si è distinta non solo per la maestria interpretativa e la direzione visionaria, ma anche per la capacità di rendere vibrante e attuale un testo classico, confermando ancora una volta la potenza del teatro come strumento di esplorazione dell’animo umano e della società.