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Stupro di Palermo, vittima sequestrata e minacciata: “Ritratta”

di Redazione -





di ANGELO VITALE
“Non solo uno dei quartieri storici di Palermo, ma anche il crogiolo di tutto ciò che mette sul piatto la città” , scriveva cinque anni fa un sito web che vuole valorizzare il turismo di Palermo. Storia e tradizione, quindi, Ballarò. Ma pure zona franca, come altrove in Italia, per ogni forma di prevaricazione e violenza. Come i fatti avvenuti solo poche settimane fa, quando le Vampe di San Giuseppe, una ricorrenza della più stretta tradizione palermitana. sono state l’occasione di ripetuti e prolungati scontri con le forze dell’ordine, tracimati anche alla Kalsa e all’Albergheria. Un bollettino di guerra, quello dell’esito finale degli scontri, come nella banlieu parigina: 18 denunciati, di cui 14 minorenni, feriti tra gli agenti di polizia e i militari dell’Arma intervenuti a contrastare il lancio di sassi e bombe carta.
Ballarò di nuovo nella cronaca giudiziaria dell’isola, allora, con una eco mediatica che travalica i confini siciliani. Ha passato una notte in caserma, A.V., la 20enne palermitana che nel luglio di un anno fa fu vittima di sette giovani. Due giorni fa, nuovamente, il ritorno dello spettro della paura nella sua vita. Poche ora prima, sui social aveva scritto: “Dovunque vada, gridano il mio nome ridendo o dicendo parolacce”. Era stata vittima sette mesi fa di uno stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo. “Mi sto iniziando a stancare di tutto e di tutti – aveva aggiunto sconsolata -, come faccio a vivere una vita senza che nessuno mi voglia bene veramente? Questa non è vita”.
Poi, nella tarda serata, altre ore di terrore, dopo aver avuto il coraggio di trascorrere una serata normale nelle strade della sua città. I sette giovani palermitani che accusò di violenza sessuale di gruppo sono tutti in carcere e uno, che all’epoca era ancora minorenne, è stato anche condannato. Due sere fa era a Ballarò con il suo attuale fidanzato quando è stata avvicinata da un ragazzo e dalla madre di questi. È il giovane che la ragazza aveva denunciato per abusi sessuali nelle fasi dell’inchiesta, accerteranno gli investigatori. Quindi, estraneo allo stupro di gruppo denunciato a luglio. A.V. lo ha accusato di aver abusato di lei tra i mesi di maggio e giugno dell’anno scorso, un mese prima della violenza di branco al Foro Italico.
A Ballarò, questo il racconto di A.V., il giovane e la madre l’hanno avvicinata per intimarle di ritrattare la denuncia.
Poi, l’avrebbero costretta a seguirli nella loro abitazione, nei pressi della zona del mercato. Incerta, a questo punto della vicenda, la ricostruzione dei fatti, se il fidanzato della giovane nulla avrebbe potuto fare per impedire quanto accadeva, pur denunciando subito dopo i fatti ai carabinieri. Se così confermata dalle indagini in corso, la fotografia della situazione di un quartiere ove tutto può succedere senza che nessuno possa intervenire.
Nella notte, la coppia di aggressori non esitava poi a raggiungere la stessa caserma accompagnandovi A.V. per mettere nero su bianco la ritrattazione della denuncia dei fatti del 2023, incrociando sul posto proprio il fidanzato di lei intento a raccontare ai militari quanto avvenuto poche ore prima.
Il giovane e sua madre sono stati – questa la notizia finale – denunciati per minacce e sequestro di persona e sull’intera vicenda la Procura della Repubblica di Palermo ha avviato un’inchiesta. Disponendo, nel contempo, che A.V. fosse trasferita in una comunità protetta. A parlare di lei, con ulteriori dettagli sui fatti, la sua legale, avvocato Carla Garofalo: “E’ una ragazza che va seguita e protetta. Quello che è importante adesso è che sia in un posto sicuro. Mi ha chiamato più volte dopo quest’ultimo fatto. Mi ha raccontato che era stata aggredita e minacciata con un coltello, anzi con un machete come lo ha definito lei, e che era molto spaventata”.