Stromboli flagellata dal maltempo, urgente task force con tecnici a supporto di abitanti e volontari
Dopo le problematiche legate negli ultimi anni a un’attività vulcanica non più limitata a piccole e continue esplosioni, ma anche all’apertura di ulteriori bocche effusive e a grandi nubi di cenere, Stromboli lancia in questi giorni un nuovo allarme legato agli effetti del maltempo.
La scorsa settimana, il 19 ottobre, sull’isola più settentrionale delle Eolie, uno dei vulcani più attivi e monitorati al mondo, piogge di notevole intensità hanno arrecato danni ingenti. Un risultato preoccupante che va a sommarsi alle già notevoli criticità riscontrate in occasione di ogni temporale, specialmente a seguito dell’ultima data infausta vissuta dalla popolazione locale: quella del 12 agosto 2022, quando un violento acquazzone, scatenatosi all’alba, fece cadere sull’isola oltre 60 millimetri di pioggia nel giro di una sola ora, più della metà dei quali nei primi 15 minuti. Un precedente che alla luce degli ultimi fenomeni atmosferici preoccupa, in quanto – lamentano dalla Pro Loco dell’isola, in rappresentanza dei circa 400 abitanti stabili tra il borgo di San Vincenzo e le frazioni di Piscità e Ginostra, ormai ogni evento atmosferico spinge a valle quantità crescenti di materiale roccioso, anche di notevoli dimensioni.
“Oltre al danno materiale e ai costi correlati alla sua rimozione, spesso operata solo da volontari che si aggiungono ai proprietari che subiscono danni, si registra un incremento del pericolo per le persone fisiche, finora fortunatamente non state coinvolte dagli ultimi sinistri”, dice Rosa Oliva, presidente della Pro Loco ‘Amo Stromboli’.
Rispetto alla prima alluvione del ‘22, la situazione della montagna si sta evolvendo in modo negativo ed è pertanto urgente che si proceda a verifica esaustiva e in tempi rapidi, mediante sopralluoghi e perlustrazioni da monte a valle lungo i versanti interessati, coinvolgendo, insieme con tecnici qualificati quali ingegneri idraulici e geologi, anche le persone del luogo che conoscono bene il vulcano”.
È l’appello lanciato oggi dall’associazione di promozione turistica dell’isola a tutte le autorità interessate, a cominciare dal ministro della Protezione Civile Nello Musumeci, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e il capo dipartimento nazionale della Protezione Civile Fabio Ciciliano.
Urge insomma verificare e accertare eventuali cambiamenti, rispetto ai precedenti rilevamenti effettuati nel 2022, dello stato di stabilità dei versanti che incombono sugli abitati di Stromboli e di Ginostra.
“La situazione presenta un progressivo deterioramento – continua Oliva -, ragion per cui nel caso si riscontrassero nuovi smottamenti, frane e rocce che si sbriciolano, si dovranno predisporre tutte le misure di messa in sicurezza di emergenza”. Il riferimento va in particolare allo stato delle pareti di tutti i valloni del vulcano che, a causa di piogge più o meno copiose, vengono solcati da torrenti, nonché i loro stessi letti alvei per evitare che pietre e terriccio piombino a valle con le acque piovane.
“L’ansia e l’incertezza sono purtroppo diffusi adesso nella popolazione – dice Oliva -. È giusto quindi alleviarle con un’informazione puntuale sullo stato dei sopralluoghi e delle azioni intraprese, disponendo e condividendo le direttive e i provvedimenti del caso”. La richiesta degli strombolani è chiara: “urge predisporre l’invio immediato di almeno una squadra di supporto ai volontari che operano sull’isola, dotata di mezzi idonei per la rimozione di fango e detriti”. Il problema risiede però a monte dei torrenti, dove non si è ancora intervenuti con adeguate opere di consolidamento. È a queste che mira il reclamo della popolazione isolana. Ed è da queste che, in mancanza di adeguati interventi tempestivi, dipende l’aggravarsi del rischio idrogeologico dell’isola.