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Ponte sullo Stretto, al via gli espropri: “Noi non ce ne andiamo”

di Redazione -





di FLAVIA ROMANI- Ponte sullo Stretto, al via gli espropri: “Noi non ce ne andiamo”

Era stato dato l’annuncio e poi è avvenuta la pubblicazione per l’avvio della procedura degli espropri per coloro che si trovano e vivono nei luoghi dove sorgerà la grande e discussa infrastruttura.
E così, con il giornale tra le mani, si sono ritrovati i cittadini messinesi. Ieri mattina tra le edicole e le case tutti sono stati presi dal leggere, nei dettagli, l’avviso che mette nero su bianco il progetto della società Stretto di Messina, cioè tutte quelle aree da espropriare per costruire il ponte. Un primo passo – che per ora è solo formale – che preoccupa molto i residenti che sarebbero costretti a lasciare le abitazioni e i luoghi della loro vita (breve o di sempre).
“Poche righe ma che contengono un pericolo da evitare dove possibile” racconta una signora e ancora “Noi da qua non ce ne andiamo”. Il progetto, difatti, prevede l’espropriazione di quelle abitazioni che “occupano” l’area del pilone, quella del cantiere e anche quella di tutte le infrastrutture di collegamento previste dal progetto.
Cambierà, in questo modo, il panorama ambientale tra i due lembi di terra, ma cambieranno anche le case dei messinesi, dei progetti di vita, degli affetti, ma anche di tutto quello che ha rappresentato la loro terra.
I PASSAGGI FORMALI
Per questo i cittadini si dicono uniti e pronti anche a combattere per evitare – a detta loro – “il peggio”, e cioè la costruzione del Ponte. Eppure, ancora, la battaglia legale degli abitanti per evitare questo “peggio” non può ancora iniziare. Ci sono altre tappe da affrontare.
La prima, quella del 16 aprile prossimo quando si terrà, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – e alla presenza del ministro Matteo Salvini -, la conferenza dei servizi, a cui parteciperanno sia gli enti preposti alla costruzione, sia le istituzioni, compreso il Comune di Messina, che in questa fase intende avere un ruolo da protagonista nella gestione degli espropri. Da parte dell’amministrazione comunale e del sindaco Federico Basile c’è la volontà di “far comprendere alla parte amministrativa che c’è un lato sociale e umano che deve essere rispettato”, ma anche che “ogni caso è autonomo e non si può fare di tutta l’erba un fascio”.
Fase che vede solo l’intervento di chi sul Ponte lavorerà – fattivamente – e fase che non prevede alcuna conferma su quanto avverrà. Quella scadenza, la seconda e più importante fase, fa data al prossimo 24 maggio, quando la commissione Via-Vas, guidata da Massimiliano Atelli e appoggiata al Ministero dell’Ambiente, dovrà dare il proprio parere in merito alla valutazione strategica e dell’impatto ambientale che gli è stata assegnata.
Una deadline determinante per il via libera ai cantieri. Ed è solo a seguito di questa e all’approvazione definitiva del progetto al Cipess (Comitato interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) che potrà prendere il via la battaglia legale.
LA BATTAGLIA LEGALE
L’intenzione del comitato dei cittadini, difatti, è proprio quello di bloccare l’opera. Nel frattempo, i cittadini della rete No Ponte promettono battaglia. “Concorderemo le attività da portare avanti, sicuramente delle azioni legali congiunte per tutelare il territorio e per permettere a queste persone di restare nelle proprie abitazioni”, spiega Daniele Ialacqua, uno dei membri del comitato. E in attesa del lavoro di avvocati e tribunali, gli esodati annunciano “sit-in giornalieri” davanti agli sportelli del Comune di Messina e promettono resistenza a oltranza.
La tensione è alta e la resistenza degli abitanti non sembra diminuire, anzi.