Non solo sport a Trapani: la visione di Antonini
di GIOVANNI VASSO – A Trapani c’è un solo uomo dietro la rinascita dello sport granata e si chiama Valerio Antonini. Romano, di dichiarata fede laziale. È stato per lunghi anni amico di quella leggenda del calcio, o meglio dello sport, che rispondeva al nome di Diego Armando Maradona. Di mestiere fa l’imprenditore. Ha fondato, nel 2020, la Quanton Commodities Ltd. Si tratta di un’azienda con sede a Londra che si occupa di commercializzare, su scala mondiale, cereali e materie prime agricole. Il fatturato di Quanton è stimato attorno ai 300 milioni. L’azienda, però, non si occupa solo di far commercio tra Europa, Africa e Sudamerica ma è impegnata anche in ambiziosi progetti tra Uganda e Somalia per tentare di allievare i problemi endemici di sicurezza alimentare nel Corno d’Africa e nelle aree centrali del continente. Da qualche mese, il nuovo presidente del consiglio d’amministrazione di Quanton è Riccardo Orcel. Fratello di Andrea, amministratore delegato di Unicredit, Orcel nel giugno del 2022 ha lasciato la guida di Vtb Bank, uno dei principali istituti di credito russi a partecipazione statale, per sedersi sulla poltrona da chairman della società fondata da Valerio Antonini. Che si è formato alla corte di Pasquale Casillo, ex re del grano e già patron del Foggia di Zemanlandia e grande antesignano delle multiproprietà nel calcio avendo avuto interessenze e partecipazioni, oltre che nel club rossonero, anche nella Salernitana e nel Bologna dei primissimi anni ’90. E come Casillo, Antonini s’è lanciato in un’importante avventura nello sport.
Ha provato a prendere la gloriosa Sambenedettese, poi ha virato su Trapani, una scelta di cuore, quella di Antonini, “mediata” dalle origini della sua campagna, trapanese appunto. Che lo avrebbe convinto anche a pensare di investire nel turismo trapanese, come riferì in un’intervista a un portale specializzato sulla Serie D di calcio. Così Antonini ha acquistato la squadra di calcio e quella di basket, gli Shark. Che, oggi, gli stanno dando grandi soddisfazioni. E per la quale nutre importanti progetti. L’imprenditore romano, intervistato da Fabrizio Fabbri per il Corriere dello Sport, ha promesso, oltre alla promozione in Serie A, un progetto a lungo termine per dare degli Sharks una forza importante della palla a spicchi italiana. Senza troppi giri di parole: l’obiettivo è Milos Teodosic, una stella vera. Ma, dopo aver chiesto e ottenuto dal Comune di poter ristrutturare il Palazzetto dello Sport trapanese facendone “un gioiellino” ha in mente di rivoluzionare il sistema partendo dai diritti tv. “Ci danno le briciole, in un bilancio di un club non incidono assolutamente”. E quindi la proposta: “Posso pensare anche di presentarmi all’asta della prossima stagione e cercare una strada per dare valore alle immagini delle partite di questo sport: così potremmo attirare anche nuovi investimenti”. Insomma, quello che non è stato possibile fare nel calcio, quello è rimasto un sogno infranto di Aurelio de Laurentiis, potrebbe diventare una realtà nel basket. È ancora presto per dirlo. Fatto sta che Trapani, dopo tante delusioni, è tornata a sognare. Con la pallacanestro e il calcio.