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Cultura

L’addio a Mimmo Jodice, maestro della fotografia apprezzato in tutto il mondo. Il cordoglio della città di Gibellina

di Francesca Gallo -





Addio a Mimmo Jodice: l’ultimo saluto della sua Napoli

Sarà ospitata presso il Maschio Angioino, oggi 30 ottobre, dalle 12.00 alle 16.30, la camera ardente per l’ultimo saluto a Mimmo Jodice, considerato uno dei più importanti fotografi italiani, venuto a mancare ieri, all’età di 91 anni. Per rendergli omaggio la sua Napoli sceglie un luogo simbolico, molto caro all’artista, quello spazio espositivo che meglio ha saputo accoglie e valorizzare la sua visione di città, capace di restituirne l’anima più autentica e che ospitò anche l’ultima sua grande mostra “Napoli Metafisica”.    

Considerato uno dei più importanti fotografi al mondo e tra i principali esponenti della fotografia d’avanguardia, Jodice vanta collaborazioni con nomi di spicco del panorama artistico, quali, Andy Warhol, Sol LeWitt, Joseph Beuys, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Alberto Burri, esponendo la sua arte nei musei di tutto il mondo: al Philadelphia Museum of Art, al Louvre, alla Maison Européenne de la Photographie, ed ancora, al Museo di Capodimonte, al Mart, al Masp di San Paolo del Brasile.

Nonostante la sua fama internazionale Mimmo Jodice è, però, sempre rimasto profondamente legato alla sua terra natìa, a quella Napoli che oggi è chiamata a dare l’ultimo saluto ad un grande maestro della fotografia e voce poetica della città. 

Tra i messaggi di cordoglio quello del ministro della Cultura Alessandro Giuli: – “Con Mimmo Jodice scompare un maestro indiscusso della fotografia italiana e internazionale, un uomo di rara sensibilità che ha saputo raccontare con la luce l’anima nascosta delle città, dei volti, delle rovine, della memoria. Il suo sguardo – dichiara il ministro – era insieme antico e radicalmente moderno, capace di rendere visibile l’invisibile”.

Mimmo Jodice e il suo legame con Gibellina

La morte dell’artista tocca da vicino anche la Sicilia. 

“Con la scomparsa di Mimmo Jodice va via un pezzo di storia della nostra Gibellina. Si, perché anche lui è stato il testimone della rinascita della nostra comunità dopo il sisma del 1968. A lui, tutti noi gibellinesi siamo stati e saremo riconoscenti”.

 A dichiaralo è il sindaco della cittadina trapanese, Salvatore Sutera, appresa la notizia della morte di Mimmo Jodice che, sul finire degli anni ’70, arrivò a Gibellina rispondendo all’appello di Ludovico Corrao, sindaco di Gibellina dal 1969 al 1994, resosi promotore del processo di ricostruzione della città, all’indomani del terremoto del 1968 che devastò la Valle del Belìce. Si deve a lui e alla sua idea lungimirante se oggi Gibellina è un luogo dove si confrontano e dialogano architettura, scultura e pittura. Una realtà nata da una straordinaria storia di catastrofi e che oggi con il suo museo di arte contemporanea (MAC) e le sue opere d’arte distribuite nel tessuto urbano, si propone come modello di rinascita umana.

“Mimmo Jodice – aggiunge il Sindaco di Gibellina – considerò la nostra terra “addolorata”, un paesaggio con una ferita aperta, decidendo di instaurare con la città un legame forte e condividendo appieno la visione di Ludovico Corrao. Nel 1981 Jodice tornò a Gibellina, accompagnando Joseph Beuys e documentando quella visita in una serie di scatti raccolti nel volume “Joseph Beuys, Natale a Gibellina”.

L’impegno, la visione e l’eredità di Jodice

Quella di Mimmo Jodice non è solo la storia di un artista, ma quella di un uomo che ha creduto nella fotografia come strumento di giustizia. Jodice fotografava per cambiare il mondo, con le sue immagini ha denunciato lo sfruttamento, lo scempio edilizio, la miseria delle periferie, arrivando a fare della fotografia non un semplice strumento di cronaca, ma un’arte autonoma. Voleva che la fotografia entrasse nell’Accademia come il disegno o la scultura, e ci riuscì. Nel 1970 e fino al 1994, insegnò fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove fondò la prima cattedra italiana della disciplina. 

Per generazioni di studenti Jodice è stato maestro e compagno di cammino. Portava i ragazzi per strada ad educare lo sguardo alla luce, ad eliminare il superfluo fino a far emergere la forma più pura delle cose.

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