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Economia

L’imprenditoria è donna, ma c’è da migliorare

di Alessandro Fragalà -





Qualcosa si muove, qualcosa migliora, ma c’è ancora moltissimo da fare per poter affermare, senza paura di essere smentiti, che esista parità di genere anche nel mondo dell’economia e dell’imprenditoria. Sono 115 mila le imprese femminili che illuminano il panorama imprenditoriale siciliano, rappresentando quasi un quarto (24,38%) del totale delle imprese registrate in Camera di Commercio a fine dicembre 2023. Un dato, senza dubbio, incoraggiante che emerge dal rapporto sull’imprenditoria femminile realizzato dal Centro Studi di Assoesercenti, analizzando i dati forniti da Unioncamere. Incoraggiante, ma non definitivo, ma soprattutto non congruo ad una completa soddisfazione. “Sono stati fatti passi avanti importanti – sottolinea Salvo Politino, presidente di Assoesercenti – e, in questo senso, i numeri in Sicilia parlano in maniera molto chiara. Abbiamo una presenza di imprenditoria femminile di circa il 24%, quindi significa quasi un’impresa su quattro. Ma se vogliamo realmente parlare di parità di genere, bisogna auspicare che si possa arrivare al 50%”. Un obiettivo importante, ma come raggiungerlo? “Quello che chiediamo – continua Politino – è che si superi quello che noi definiamo un gap culturale. Uomini e donne devono avere le stesse opportunità, devono partecipare in maniera uniforme ai processi decisionali di natura economica e sociale, alla politica. La regione ha l’obbligo di promuovere gli strumenti a supporto dell’imprenditoria femminile. In questo senso noi chiediamo l’istituzione di un bando specifico che preveda risorse solo ed esclusivamente per le imprese femminili”. Ma la questione non riguarda solo una questione prettamente economica. In molti casi le donne che decidono di fare impresa, devono dividersi tra il lavoro (in questo caso senza orari e stipendi fissi) e la famiglia e il desiderio di maternità. Non è operazione semplice e, anche in questo caso, non esiste parità, perché sono ancora troppo pochi quegli uomini capaci di gestire casa e famiglia. C’è chi ci prova, con grandi difficoltà e con il supporto, fondamentale, della famiglia di origine. “Non è semplice – spiega Stefania Fragalà, di Arteventi Management, società che si occupa di organizzazione di eventi – però grazie all’aiuto della nostra famiglia, dei nostri mariti, nel nostro caso, siamo riuscite ad arrivare fin qui e siamo orgogliose di festeggiare i nostri 10 anni di attività”. Un plurale, quello utilizzato dall’imprenditrice, che racconta e che svela la presenza, in questa società come altre, di un’altra donna. Una caratteristica comune a diverse imprese tutte al femminile. “Devo dire – ci racconta Paola Argento, sempre di Artevententi Management – che non è facile al giorno d’oggi trovarsi a ricoprire questo ruolo di donne imprenditrici. Un ruolo che spesso non viene valorizzato nel modo giusto. Con sacrificio ed energia cerchiamo di posizionarci nella società, cercando di far emergere quelli che sono i nostri valori e le nostre qualità di donne, madri e lavoratrici che cercano ogni giorno di radicarsi nel mondo lavorativo”. Un universo, quello dell’imprenditoria femminile siciliana, decisamente variopinto e con caratteristiche distintive rispetto a quello maschile. Turismo e agricoltura sono due settori che, pur tradizionali, stanno vivendo un processo di profonda trasformazione innovativa (green, tecnologie, ecc.), nell’ambito dei quali il ruolo delle donne potrebbe essere di grande peso grazie alla loro capacità di diversificazione e di innovazione, riuscendo a coniugare la tradizione e il recupero dei vecchi saperi con le nuove tecnologie. Alta propensione, poi, alle attività commerciali: quasi il 27% delle imprese femminili sull’isola opera in questo settore, testimoniando una spiccata capacità di gestione e vendita. Se spostiamo l’analisi in ambito geografico, possiamo riscontrare come Enna sia la provincia con il rapporto più alto tra imprese registrate e imprese femminili (27,16%), seguita da Trapani e Siracusa. Catania e Palermo concentrano, comunque, oltre il 42% del totale delle imprese femminili siciliane, con rispettivamente 25.000 e 24.500 imprese in rosa. Tra questi dati, certamente positivi, c’è anche quello negativo che riguarda la mortalità delle imprese: il 2023 registra un saldo negativo in Sicilia, con 7 cessazioni per ogni 6 nuove imprese iscritte. Quasi 5.900 le nuove imprese rosa nate nel 2023, mentre circa 6.900 le imprenditrici che hanno cessato l’attività.