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Ambiente

Il “meraviglioso” sole siciliano primeggia ma non viene sfruttato

di Alessandro Fragalà -





Ma guarda intorno a te
Che doni ti hanno fatto
(Ti hanno inventato il) mare
Tu dici: “Non ho niente”
Ti sembra niente il sole?
Lo cantò Domenico Modugno un bel po’ di anni, ma lo riprese Giuliano Sangiorgi insieme ai suoi Negramaro negli anni 2000, facendolo diventare anche l’inno della nazionale. È il testo di una della più belle canzoni italiane di tutti i tempi, Meraviglioso. Un elogio alla vita che ricorda quanto siano importanti cose a cui, magari, non si fa caso. Il mare, e noi siciliani certamente non manca, e il sole. Ti sembra niente il sole dice Modugno nel brano scritto insieme a Riccardo Pazzaglia e, in effetti, tutti i torti non li ha. Il sole è una risorsa, il sole è luce, il sole è energia. E se la terra siciliana ha tante, troppe, lacune rispetto al nord, una cosa in più rispetto agli altri c’è: ed è proprio il sole. Un benefit che, però, evidentemente non è sfruttato nel modo adeguato. E invece c’è. E in Sicilia c’è più di altra zona d’Italia. Non deve sorprendere, dunque, se Catania è risultata la città italiana più soleggiata con addirittura 274,9 ore mensili di sole negli ultimi 12 mesi. La classifica è stata stilata da Holidu, uno dei maggiori portali di prenotazione di case e appartamenti vacanza d’Europa. Un’operazione che nasce, evidentemente, a fini commerciali, ma che comunque riserva dati interessanti. Come interessante è il dato sulla seconda in classifica, dopo Catania, che per soli 8 centesimi è la città di Siracusa che può vantare 274, 1 ore di sole al mese. In realtà le due città della Sicilia orientale hanno invertito la posizione che, due anni fa, vedeva il capoluogo aretuseo in vantaggio sulla città che sorge alle pendici dell’Etna. Scorrendo la classifica poi si trova al terzo posto del podio la città di Cagliari che si attesta a 269,5 ore di sole mensili. Più indietro Andria (Puglia) e Pescara (Abruzzo), mentre per l’altra metropoli siciliana, Palermo, un ottavo posto. Il centro-sud, in sostanza, si è preso tutti le prime 10 posizione di questa speciale classifica, se è vero che per trovare la prima città del nord dobbiamo arrivare all’undicesima posizione dove si trova Torino con 246,3 ore di sole mensili (una specie di record dato che il capoluogo del Piemonte ha conquistato ben 8 posizioni rispetto al precedente rilevamento. Tra le grandi città italiane, bene Roma al sesto posto, benino Napoli in tredicesima posizione, male invece Milano, alla posizione numero 33, e Firenze che si trova addirittura in quarantunesima posizione. Chiudono la classifica Trento e Aosta, ma questo è lecito aspettarselo per le condizioni climatiche e per la posizione. Questi i numeri, dunque. Numeri che, però, a prescindere, come detto, dallo scopo principale dell’analisi che era prettamente commerciale e mirava a invogliare i turisti per le prenotazioni, spingono ad una riflessione. In Sicilia e, in questo caso in particolare, a Catania, questa fortuna viene sfruttata adeguatamente? Non è solo una questione prettamente turistica, anche se chiaramente il settore della ricettività non può che godere dalla presenza di sole, di bel tempo e di temperature che permetterebbero di godere delle bellezze naturalistiche, e in particolare del mare, per molti mesi all’anno. Ecco il nodo. Il primo. In Sicilia non si è mai riusciti a destagionalizzare. O meglio, se ne parla tantissimo, ma non si fa. Il mare (uno dei doni cantati da Modugno che infatti amava il mare siciliano) grazie anche ad una vera tropicalizzazione del clima, potrebbe essere sfruttato per nove o addirittura 10 mesi all’anno. E invece, utilizzando Catania come esempio, finita l’estate e chiusi i lidi, il mare viene lasciato solo. Catania esattamente come le città dell’Andalusia in Spagna, come la stessa Barcellona (sempre in Spagna) o come, solo per fare un esempio, Cancun in Messico, potrebbe sfruttare le sue coste tutto l’anno. Ma basta farsi una passeggiata sul lungomare della playa in inverno per capire che per la destagionalizzazione mancano davvero anni luce. Altro capitolo quello legato all’energia. La Sicilia potrebbe, se non vivere, beneficiare al massimo dell’energia solare che produce, magari riducendo drasticamente il costo delle bollette. Peccato però che di produrla la produce, ma a beneficiarne non sono i siciliani che le bollette esose continuano a pagarle.