“Coraggio Catania”, appello dell’Arcivescovo Renna ai fedeli. “Il cristiano laico deve assumere responsabilità politica”
“Coraggio Catania il signore cammina con te. Ti ascolta e ti indica la via. Coraggio Chiesa di Catania il Signore è con te. Preoccupati di annunciare il Vangelo e di saper pregare, tutto il resto è superfluo”. E’ l’accorato appello lanciato alla città al termine della processione del Corpus Domini, dall’Arcivescovo di Catania, Mons. Luigi Renna, parlando dal sagrato della parrocchia del Sacro Cuore ai Cappuccini. La tradizionale processione si è snodata da Piazza Duomo alla parrocchia del Sacro Cuore ai Cappuccini, percorrendo via Vittorio Emanuele e via Plebiscito alta. Un momento di grande profondità religiosa. Con quel cammino al seguito dell’Ostia Santa, infatti, l’arcivescovo, i sacerdoti, i consacrati e le consacrate e le aggregazioni ecclesiali hanno voluto ricordare che, come ha detto monsignor Renna, “Gesù è rimasto con noi fino alla fine dei tempi nel Pane dell’Eucarestia. Cristo – ha aggiunto l’arcivescovo nell’omelia in Cattedrale – è il punto di incrocio delle nostre vite. Quando mangiamo la Sua Carne, Egli diventa la vita di tutti, ci assume tutti in sé come un centro nel quale le linee convergono, non restiamo estranei o nemici gli uni degli altri.” Dall’arcivescovo è, poi, arrivato un invito ai fedeli: “Noi cristiani – ha detto – siamo chiamati ad essere uomini e donne di comunione, se non vogliamo consumare un ulteriore tradimento: dove troviamo la divisione, l’arroganza e la guerra, che sono opera del divisore che è stato sconfitto sulla Croce, portiamo la comunione, la mitezza del dialogo, la giustizia e la pace”. Come già successo in altre occasioni, da quando è alla guida della chiesa catanese, non sono mancati, nell’omelia dell’arcivescovo, riferimenti all’attualità. In Cattedrale, fra l’altro, erano presenti anche le autorità cittadine, fra cui la prefetta Maria Carmela Librizzi e il sindaco Enrico Trantino. “Qualcuno si stupisce – ha sostenuto monsignor Renna – che i vescovi e la Chiesa si occupino di questioni che riguardano la vita del Paese, le sue povertà, la sua democrazia. Ma oggi, festa di una Repubblica nella quale i cattolici sono stati protagonisti con il martirio nel tempo dei totalitarismi e con il pensiero e la testimonianza nel tempo della sua costruzione, giova ricordare, manifestando grande stima per le istituzioni civili, giudiziarie, militari ed della cultura qui presenti, le parole di papa Benedetto XVI: il mistero dell’Eucaristia ci abilita e ci spinge ad un impegno coraggioso nelle strutture di questo mondo per portarvi quella novità di rapporti che ha nel dono di Dio la sua fonte inesauribile. Il cristiano laico in particolare, formato alla scuola dell’Eucaristia, è chiamato ad assumere direttamente la propria responsabilità politica e sociale”. Monsignor Renna, poi, ha espresso l’auspicio che l’Eucarestia “abbia un popolo che la celebra, la adora, ne testimoni il senso”.