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Comitato “No Ponte” in fermento ma per la politica è “accanimento”

di massimilianoadelfio -





di CLAUDIA MARI
È un clima di fermento quello che si respira tra Sicilia e Calabria, o meglio in quei territori dove sorgeranno i cantieri per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Da quando, mercoledì 3 aprile, è stato pubblicato l’avviso in merito all’inizio delle procedure per gli espropri, i cittadini sono sul piede di guerra. Secondo quanto previsto dall’avviso pubblicato dalla società Stretto di Messina è stato stilato un elenco (di oltre 1.500 pagine) di tutti i cittadini intestatari di abitazioni, attività commerciali e magazzini che dovranno andarsene. Dall’8 aprile, giorno in cui apriranno gli sportelli di assistenza, i cittadini interessati avranno 60 giorni per riportare le loro osservazioni. Eppure, la guerra è annunciata. In particolare, i residenti di Torre Faro – uno dei luoghi interessati per l’occupazione dei cantieri – sono pronti a dare battaglia. Ieri si sono riuniti e hanno organizzato una conferenza stampa presso il Comune, dove, tra le altre rimostranze, è anche partito l’attacco al governo Meloni e all’amministrazione locale. “Il comitato Invece del ponte ha ricevuto il diniego dal comune di Messina a partecipare al tavolo tecnico quando invece la sindaca di Villa San Giovanni ha richiesto espressamente ai cittadini ed alle associazioni di partecipare con contributi e proposte. Cosa dirà il sindaco di Messina alla Conferenza dei servizi il 16 aprile a Roma, accetterà le decisioni che gli verranno comunicate?”. Lo ha detto Elio Conti Nibali durante la conferenza stampa del comitato “Invece del ponte” a Messina. Sulla stessa linea, Guido Signorino, leader del comitato, ha fatto notare “la carenza e contraddittorietà dell’analisi costi/benefici”, rilevando tra l’altro “la completa assenza dell’analisi finanziaria del ponte sullo Stretto, la mancata copertura del costo totale dell’investimento, il crollo dei posti di lavoro propagandati, da 140 mila a 2.645 nuovi occupati”. Presente anche Sergio De Cola, ingegnere ed ex assessore della giunta Accorinti, ha detto che “gli elaborati che accompagnano il progetto sono pochi rispetto all’imponenza dell’opera, e il presunto aggiornamento è solo un continuo rinvio al progetto esecutivo. Si fa riferimento a piani urbanistici e programmi ormai inesistenti o fortemente modificati. Tra i tanti, il Piano regolatore del porto, approvato nel 2019; i progettisti non sanno nemmeno che esista e si riferiscono al piano previgente. Si utilizza per le ferrovie un sistema di “controllo marcia/treno” che, è scritto nelle carte, “non può essere utilizzato durante il transito su ponti in ferro”. Ci sarà da fare battaglia legale e l’avvocato Carmelo Briguglio è tornato sull’avvio delle procedure di esproprio, definito: “Un avviso che scopre un clamoroso buco nel percorso fin qui seguito”. Perché, spiega, “ad oggi non è mai stato apposto nessun vincolo su tutte le aree interessate al percorso della ferrovia dal centro città fino alla zona sud. Tutto ciò conferma una impostazione davvero approssimativa che risponde ad obiettivi che la città e chi l’amministra non può assecondare”. “L’avviso – ha concluso – aggiunge ulteriore incertezza all’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess”.
Proprio questo l’appuntamento che tutti attendono: quello del prossimo 24 maggio quando ci sarà la valutazione definitiva della commissione Via-Vas e, di seguito, l’ok del Cipess. Anche la politica fa conto su questo step, con un timing “veloce”. E a difendere l’infrastruttura è Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata di Forza Italia. “C’è un accanimento politico e ideologico contro il Ponte sullo Stretto. Non era mai successo prima che un’opera pubblica, che porterà sviluppo e progresso in tanti territori, posti di lavoro in Sicilia e in Calabria, turismo e crescita, fosse stata così combattuta senza motivi logici. Qualcuno sta facendo terrorismo contro il Ponte, anche in relazione alla vicenda degli espropri. L’esproprio è un istituto previsto dalla legge, che nella storia del nostro Paese è stato usato tantissime volte per realizzare infrastrutture dal grande interesse pubblico. Ci saranno ovviamente indennizzi, e i proprietari verranno assistiti in ogni modo. La realtà è che qualcuno vuole strumentalizzare il Ponte per farne una battaglia puramente politica”.