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Attualità

l’Università di Palermo inverte la rotta +16% di iscritti alle lauree magistrali

di Redazione -





di ANTONIO SCHEMBRI
È un mega-contenitore di iscritti: oltre 43mila. Ma anche collettore di energie didattiche oggi tradotte in una sempre più variegata offerta formativa. Quella dell’Università di Palermo, sesto ateneo italiano per dimensioni, si impernia, oltre che sulle tradizionali lauree a ciclo unico, sui corsi di laurea magistrale. Una dotazione che, al netto dei cosiddetti ‘curricula’, le specifiche declinazioni che possono caratterizzare singole discipline di studi universitari, si attesta attualmente su 77 diverse tipologie di corsi, in misura crescente connessi a un tessuto imprenditoriale i cui sbocchi lavorativi si legano alla richiesta di competenze sempre più robuste. La terza edizione del Welcome Day, svoltasi al Campus di viale delle Scienze, quest’anno ha presentato diverse innovazioni agli studenti che escono dalla e intenzionati a allungare e qualificare il loro tragitto istruttivo. “Tra le più importanti, un corso in Data Science, approccio multidisciplinare che combina principi e pratiche di matematica, statistica, ingegneria informatica e intelligenza artificiale per formare capacità di analisi di grandi quantità di dati, strategiche per il business delle imprese; e un altro che, sarà peraltro il primo a essere attivato in Italia, riguardante la Lis, la lingua dei segni per le persone sorde, che attiveremo per l’annualità 2024-2025 in collaborazione con l’università Roma Tre e quella veneziana di Cà Foscari”, illustra il pro-rettore alla didattica e all’internazionalizzazione dell’ateneo Fabio Mazzola. Altra novità, l’incremento dei corsi di laurea magistrale interamente in inglese: ne verranno attivati altri tre rispetto ai 16 già attivi e incentrati su materie come economia, scienze politiche, cultura e società. Un ambito che verrà arricchito anche con un nuovo corso dedicato al tema delle migrazioni. Si amplia poi il portfolio dei corsi di genere tecnico-scientifico: dalle materie ingegneristiche a quelle specificamente relative all’intelligenza artificiale (AI). “Proprio all’interno di quest’ultimo circuito, sempre per il prossimo biennio il dipartimento di Matematica e Informatica dell’ateneo ne attiverà uno sul Machine Learning, branca dell’AI finalizzata a addestrare i computer a apprendere dai dati attraverso gli algoritmi”, aggiunge Mazzola. Le innovazioni incidono anche sulla dotazione di corsi di laurea interamente telematici: “Già attivo è quello in Digital Humanities per l’industria culturale, incluso nella filiera di Italianistica, nel quale materie come la storia e la letterature, italiana e straniera, vengono declinate tramite il contatto con il mondo delle tecnologie informatiche”, spiega Ambra Carta, professoressa di letteratura italiana, delegata all’orientamento per conto del dipartimento di scienze umanistiche. Il settore sanitario dal canto suo verrà arricchito da due corsi di laurea triennali: quelli di infermieristica e di neuro-scienze. A questi corsi si aggiungono le didattiche per lauree magistrali offerte dal dipartimento di Scienze agrarie alimentari e forestali: dall’agricoltura di precisione alle scienze e tecnologie agro-ingegneristiche e forestali, passando per i corsi in scienze enologiche e in tecnologia del cibo mediterraneo. Già dal 2023 l’Università ha invertito la precedente lunga tendenza negativa delle immatricolazioni a corsi di laurea magistrale. Quest’anno, il riscontro è del 16% in più, con un totale di 3.150 nuovi iscritti: un risultato fino a oggi mai raggiunto. Migliorano, inoltre, le relazioni tra l’Università e il mondo delle imprese. Ad oggi, quella di Palermo ha siglato quasi tremila accordi con singole aziende per far svolgere tirocini agli allievi dei corsi di secondo livello prima della loro conclusione”. Altro aspetto importante è l’avvio di una sorta di progetto Erasmus nazionale. Ovvero una procedura di mobilità simile al programma di istruzione avviato dalla Unione Europea nel 1987 per dare la possibilità a studenti europei di effettuare periodi di studio legalmente riconosciuti presso scuole o università del continente. “In questo caso punteremo, previ accordi tra rispettivi dipartimenti, su università del centro nord in particolare i Politecnici di Torino e Milano – aggiunge Mazzola – Prevedendo tra l’altro incentivazioni, consistenti in finanziamenti, per gli studenti di bassa fascia reddituale”.