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L’INTERVISTA – Cuffaro: “La mia DC andrà a due cifre. Ripartiamo da qui”

Parla a L'Identità il leader democristiano. Che vede un partito in crescita nei giorni dei congressi provinciali

di Salvatore Cannata -





Totò Cuffaro, leader e fondatore della nuova DC, è impegnato nei congressi del suo partito e nel percorso di radicamento nel territorio.
Siamo rimasti gli unici a fare i congressi, a coinvolgere la base, a renderla protagonista. Mi chiede come sta la DC? Pur essendo medico, è meglio che le diagnosi le faccia da politico e le dico che la Dc sta bene e che staremo meglio. I sondaggi ci danno a due cifre nell’Isola, la gente ci cerca. Anche chi fa già politica, ci cerca. Abbiamo deputati, sindaci, consiglieri. Crescono le iscrizioni e siamo protagonisti con i nostri deputati alla Regione. Abbiamo una classe dirigente giovane e capace
Dunque, mi sta dicendo che moriremo democristiani, parafrasando il titolo scelto sul Manifesto da Luigi Pintor dopo le Politiche del 1983.
No no, non moriremo democristiani ma vivremo da Democristiani. Pintor scrisse 41 anni fa “non moriremo democristiani” esultando per la vittoria comunista in quelle elezioni. Altri tempi. Oggi dico che siamo di nuovo vivi, una speranza per la Sicilia; perché siamo un partito moderato davvero, accogliente, protagonista. Ma è una nuova DC rispetto ai canoni che ci hanno contraddistinto, senza nostalgia di ciò che non è più. Un esempio? Se è vero che per noi esiste innanzitutto la famiglia ‘ordinata’ -padre, madre e figli- è altrettanto vero che siamo coscienti che il mondo è cambiato. Che l’amore è e deve essere al di sopra di tutto: fra due uomini, due donne e che per questo va difeso e tutelato in ogni modo. Siamo contro l’utero in affitto ma se un bimbo nasce da esso, va garantito e non abbandonato. Deve avere ogni diritto e, soprattutto, deve avere il diritto di vivere. Abbiamo e difendiamo i nostri valori ma non contro qualcuno.
Se le dico PPE?
Dice la nostra area europea di riferimento. La Dc si riconosce nel Partito Popolare Europeo. Senza dubbio alcuno.
A proposito, si candida alle Europee?
Ormai non so più come dirlo. Non mi candido! So che mi porto appresso un fardello personale pesante e difficile, per il quale ho pagato. E per questo, una mia candidatura sarebbe inopportuna. Non mi candido e non ho la benchè minima intenzione di farlo. Non ci penso neppure. Come DC, avevamo pensato di andare insieme a Forza Italia, convinti di un pensiero comune nel comune impegno. Non se n’è fatto niente per alcune resistenze e andremo da soli. Consapevoli di scalare l’Everest a mani nude ma anche lieti di farlo perché è un’altra fase della nostra crescita identitaria. Affidata ad una classe dirigente giovane. Basta guardare che ci rappresenta nei comuni dove c’è un nugolo di under 30 e under 40 in ruoli chiave. Siamo stati sopiti per troppo tempo e adesso siamo pronti a ridare speranza ad un mondo e ad un elettorato moderato che in questo Paese -e nella nostra Sicilia – c’è sempre stato. Che si è sentito trascurato, abbandonato e che ritrova in noi un punto di riferimento
Come va con il presidente Schifani? E con il resto del centrodestra?
Bene, rapporti cordiali e non da convenevoli. Ho stima, grande fiducia e un rapporto politico e umano forte con il Presidente. E va bene anche con gli altri di maggioranza. Se ogni tanto ci sono manifestazioni di insofferenza, li ritengo attimi fisiologici. E chi ci guarda preoccupato in questa nostra crescita, sappia che noi non portiamo via niente a nessuno ma puntiamo a ri-accogliere quegli elettori che, in mancanza della DC, avevano scelto il centrosinistra; quelli che si erano estraniati dall’impegno e oggi vogliono tornare a vivere la politica. A proposito di fisiologia, ci sta che qualcuno di altri partiti della nostra coalizione scelga la Dc come ci sta che qualche DC vada altrove. Ma è normale. C’è voglia di DC e lo avverto con piacere. Ho un grande rapporto con la Lega in Sicilia ed esso è saldo. Ma anche con gli altri. Lavoriamo all’obiettivo comune che sono i Siciliani. Noi siamo leali, questo è certo.
Torniamo all’inizio: come sta la DC?
Stiamo bene. Ci siamo messi alle spalle 30 anni difficili, dopo la caduta del muro di Berlino. Un processo di consunzione, un’eclissi che ha eroso non solo noi ma un’intera generazione di partiti e di idee. L’area moderata si è trasformata. Ha avuto prima in Forza Italia e poi in altri i punti di convergenza e di consenso. Adesso, nella storia di questa area, ci siamo di nuovo noi e chi non ci sta, se ne faccia una ragione.