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Cronaca

Il giallo dei cadaveri alle Eolie: le indagini ipotizzano naufragio

di Redazione -





di FLAVIA ROMANI
Prima un mistero, poi un giallo con qualche indizio che portano alla probabile soluzione di un naufragio. Perché dal 18 marzo al 19 aprile, in appena un mese, è stato registrato un totale di cinque corpi recuperati dal mare o trovati sulle spiagge del Tirreno, nello stesso specchio di mare protagonista della tratta dei migranti.
L’ultimo ritrovamento è avvenuto a Sorrento, in Campania, mentre il giorno precedente è stato segnalato il quarto ritrovamento in Sicilia, a Rodia, nel Messinese.
La serie di scoperte è iniziata dalle Eolie, con corpi rinvenuti nelle acque di Vulcano e di Filicudi. Per risolvere il mistero sono al lavoro due procure, di Barcellona Pozzo di Gotto e Patti, in provincia di Messina. Ma tutti e tre i corpi ritrovati hanno più di un elemento in comune.
GLI ELEMENTI IN COMUNE
Tra le caratteristiche comuni dei corpi ritrovati, tre indossavano giubbotti di salvataggio e altrettanti presentavano tatuaggi. Le procure siciliane, incaricate del caso, hanno concesso di mostrare due dei tatuaggi più distintivi nella speranza di facilitare l’identificazione.
Il primo tatuaggio raffigura un dragone, una ragnatela e uno scorpione sul corpo della persona trovata tra Patti e Vulcano, che sembra avere la pelle chiara. Il secondo tatuaggio, scoperto su quello ritrovato a Filicudi, consiste in una fiamma e alcune lettere, forse due “M” e una “A”, sulla spalla. Gli investigatori ritengono che quest’ultimo individuo potrebbe essere di origine nordafricana.
LE INDAGINI
Le autorità hanno avviato un’indagine approfondita su questi casi, con un elicottero della guardia costiera che questa mattina ha trasportato un magistrato a Patti per raccogliere ulteriori informazioni. Al momento, tutte le ipotesi sono ancora aperte: si ipotizza un naufragio di migranti provenienti dall’Algeria diretti in Sardegna o sulla rotta classica dalla Libia, forse partiti tra gennaio e febbraio. Non è stata segnalata la scomparsa di nessuna imbarcazione, il che fa pensare che si potrebbe trattare di un traffico illegale, sia di esseri umani che di droga, anche se al momento è impossibile confermarlo. La preoccupazione principale è che questi cinque cadaveri siano solo una piccola parte delle vittime di un altro naufragio nel Mediterraneo non registrato visto che di recente non ci sono stati naufragi: il primo al largo dell’isola di Filicudi, il secondo nel tratto di mare tra il golfo di Patti e Vulcano, il terzo di fronte quest’ultima isola.
I PRECEDENTI
Nella costa nord della Sicilia c’era già stata una situazione simile, tra fine 2019 e il 2020, quando a poca distanza tra loro, nelle spiagge tra le province di Messina e Palermo, tra Trabia, Cefalù e Castel di Tusa, furono trovati tre cadaveri. Gli unici tratti distintivi erano stati dei tatuaggi, che hanno permesso di identificare due di loro, dei pescatori tunisini morti in un naufragio.