I sindaci siciliani adesso vogliono il terzo mandato
di CLAUDIA MARI
Nasce in Sicilia il fronte per il terzo mandato dei sindaci dei piccoli centri. A guidarlo l’Anci regionale, associazione che riunisce le fasce tricolori dell’Isola.
Questa la loro richiesta: “Introdurre anche in Sicilia, come nel resto d’Italia e in tempo per le prossime amministrative, la facoltà del terzo mandato per i sindaci dei comuni con popolazione fino a 15 mila abitanti”.
Il contenuto è inserito in una nota inviata al presidente della Regione, Renato Schifani, al presidente dell’Assembra regionale Siciliana, Gaetano Galvagno, al presidente della prima Commissione Affari Istituzionali, Ignazio Abbate, e all’assessore regionale delle Autonomie locali, Andrea Messina. Con il decreto legge varato dal Consiglio dei Ministri non ci sarà limite di mandato per i sindaci dei comuni fino a 5000 abitanti e salirà a tre il limite dei mandati per quelli da 5 a 15 mila abitanti.
“In relazione a ciò – conclude il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani Paolo Amenta– chiediamo al Parlamento regionale di procedere in tempi brevi all’approvazione della norma anche nell’Isola”.
IL DIBATTITO
Il dibattito sul terzo mandato dei presidenti di Regione ha avuto inizio e segnali contrastanti quando la Lega ha presentato un emendamento al decreto legge n.7 in data 29 gennaio 2024 con il quale è stato innalzato da due a tre mandati il limite di permanenza del Sindaco dei Comuni che hanno tra i 5.000 e i 15.000 abitanti ed è stato eliminato ogni limite di mandato per quelli sotto i 5.000 abitanti, prevedendo anche un terzo mandato per i governatori. Tale emendamento è stato respinto in commissione parlamentare Affari Costituzionali del Senato dai rappresentanti eletti nei partiti di Fratelli di Italia, Forza Italia, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra, mentre hanno votato a favore gli esponenti della Lega e di Italia Viva con l’astensione di Azione. Tuttavia, ci sono stati alcuni governatori, come quello della Campania e quello della Puglia, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano hanno affermato che, in base alla normativa vigente, il limite al terzo mandato non si applicherebbe a quelle Regioni in quanto le stesse non hanno recepito la disposizione normativa prevista dalla legge numero 165 del 2004 che prevede tale limite. Si ritiene, invece, che in realtà il governo avrebbe gli strumenti per imporre anche a queste Regioni il citato limite.
PERCHÉ IL TERZO MANDATO
Le ragioni di questa norma per il terzo mandato nei comuni sotto i 15mila abitanti deriverebbero dalla difficoltà di trovare candidati nei piccolo centri. Tuttavia il decreto sembrerebbe andare in contrasto con alcuni importanti principi costituzionali. Ciò non significa che si tratti di una norma illegittima. Tuttavia, esistono diverse ragioni che spingono a riflettere sull’opportunità di attribuire a una singola figura politica un potere così rilevante sul suo territorio per moltissimi anni. Anche per più di quindici anni. Un mandato lungo quanto quello di un monarca.
E questo accade inoltre, in una fase in cui la tendenza a rafforzare gli organi esecutivi è molto pronunciata nel dibattito politico. Ne è prova il fatto che, mentre in questi giorni in parlamento si discute la conversione in legge del decreto, alcuni esponenti della Lega hanno presentato emendamenti che porterebbero atre il limite di mandati anche dei sindaci grandi comuni e dei governatori.
IL LIMITE
Il limite al numero dei mandati che possono essere ricoperti consecutivamente da un sindaco è stato previsto per la prima volta nel 1993.
La ratio di questo limite deriva dall’introduzione, con la legge 81 che risale all’ormai lotano 1993, che istituì l’elezione diretta dei sindaci. Una connessione confermata in diverse sentenze della corte di Cassazione e ribadita da una recedente sentenza della corte Costituzionale. Ma il dibattito è aperto e anche in Sicilia, così come accade nel resto del Paese, i sindaci vorrebbero aprire all’ipotesi di un terzo mandato.