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Lavoro

I lavoratori in piazza per chiedere sicurezza e tutele che non arrivano

di Redazione -





di FLAVIA ROMANI
Negli ultimi quattro anni in Sicilia si è registrata una vittima sul lavoro ogni quattro giorni. Ancora è forte e viva negli occhi di tutti i lavoratori la tragedia che si è consumata nella centrale idroelettrica del lago di Suviana, in provincia di Bologna, dove un’esplosione ha provocato la morte di almeno cinque operai. Tra questi anche Vincenzo Franchina, tecnico di Sinagra (provincia di Messina), rimasto vittima dell’esplosione a soli 36 anni.
Un ennesimo incidente sul lavoro che ha riaperto il tema della sicurezza, lo stesso tema per cui, nel giorno dello sciopero generale, sono scesi in piazza sindacati e lavoratori in tutta Italia e per cui gli operai hanno osservato un minuto di silenzio. E lo hanno fatto anche in Sicilia: a Palermo, i lavoratori di Cgil e Uil hanno manifestato il proprio dissenso rispetto al tema delle morti sul lavoro.
In piazza, nel capoluogo siciliano davanti al Palazzo della Regione, si sono riunite le rappresentanze di diverse categorie: dai lavoratori dei call center ai dipendenti del settore edile; quest’ultimo uno dei comparti più a rischio, perché il numero di ispettori del lavoro che dovrebbero vigilare nei cantieri ammontano solo a 49 unità. Questo uno dei tanti temi al centro dello sciopero e della manifestazione in piazza indipendenza.
LA GRANDE PARTECIPAZIONE DEI METALMECCANICI
Tra gli operai presenti, una rappresentanza di metalmeccanici palermitani, che hanno risposto in maniera massiccia alla mobilitazione, tanto che lo stabilimento dei Fincantieri ha registrato una adesione di circa il 70%; quello di Sirti al 50%, la Selikab di Carini al 50% e Schindler addirittura al 100 per cento.
Adesione altissima, confermata dai segretari di Fiom Gcil Palermo Sicilia Francesco Foti e di Uilm Uil Palermo Sicilia Vincenzo Comella: “I metalmeccanici hanno così voluto lanciare un forte segnale, l’ennesimo, al governo a alle imprese per arrestare questa strage ininterrotta di morti sul lavoro. Se i governi regionale e nazionale e le imprese continueranno a fare orecchie da mercante e ad avere sulla coscienza ogni singolo morto, continueremo la nostra lotta per la tutela della salute e della sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro”.
ALLARME SICCITà E INCENDI
E nella folla della piazza palermitana, erano presenti anche i forestali siciliani, non solo preoccupati dal tema della sicurezza, ma anche e soprattutto dalle emergenze che più colpiscono l’Isola: incendi e siccità. Difatti, dei 16mila componenti complessivi del gruppo di prevenzione incendi, soltanto 1.500 hanno un contratto a tempo indeterminato, con il resto degli operai che lavorano a contratti a tempo dai tre a sei mesi. Da anni è attesa una riforma per il settore che, però non è mai arrivata.
A dirlo è Tonino Russo, segretario regionale della Flai Cgil Sicilia: “Anche questo Governo l’ha annunciata senza concretizzarla. L’anno scorso è stato un anno devastante sotto il fronte degli incendi. Sono morti due lavoratori. Uno di questi aveva 67 anni. Ci sono sessantenni che sono costretti a fare prevenzione nei boschi o a spegnere incendi. Siamo molto preoccupati che nel 2024 possa ripetersi lo stesso dramma dell’anno scorso. Chiediamo al Governo di intervenire immediatamente”.
Ad allarmare, anche la crisi idrica: “La Sicilia soffre la siccità – sottolinea Russo -. Il raccolto dei produttori agricoli sta andando a male. Gli allevatori faticano a trovare foraggio per il proprio bestiame. Nel mentre c’è una riforma bloccata in Commissione Bilancio, ovvero quella sui consorzi di bonifica. Non si capisce il motivo, anzi credo che il motivo siano le solite beghe politiche”. La protesta, insomma continua, e le notizie su contrattualizzazioni, tempo indeterminato e riforme tardano ad arrivare, o proprio non arrivano.