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Lavoro

Formazione professionale Dichiarata crisi del settore: “Un atto dovuto”

di massimilianoadelfio -





di GIUSEPPE MESSINA
Proseguiamo la nostra inchiesta sul settore della formazione professionale, settore strozzato da una crisi finanziaria preoccupante e dai possibili risvolti drammatici per la Sicilia.
Quel che accade è inverosimile e getta nell’incertezza il sistema formativo, orfano di un futuro di certezze e serenità.
Che succede ancora? Con le casse regionali chiuse con il lucchetto, sono a rischio gli stipendi e la continuità lavorativa degli operatori della formazione professionale, oltre ovviamente alle attività corsuali già avviate sia per i minori in obbligo scolastico che per gli adulti disoccupati.
LA DECISIONE DELLE ASSOCIAZIONI
La novità è la dichiarazione di crisi del settore da parte delle associazioni datoriali della formazione professionale e delle Organizzazioni sindacali.
Una dichiarazione che va vista come un atto dovuto e necessario per scuotere il governo regionale ed il parlamento siciliano, inchiodandoli al senso di responsabilità verso un settore decisivo per la crescita professionale delle nuove generazioni e la riqualificazione per il ricollocamento lavorativo dei disoccupati.
Ciò che preoccupa è la paralisi finanziaria che ha messo in ginocchio la Sicilia, risucchiando nel caos anche il sistema formativo. È ancora in alto mare il riaccertamento dei fondi extraregionali. Molti dipartimenti regionali devono ancora completare il riaccertamento delle entrate relative all’anno 2023. Se si considera che gli enti formativi hanno avviato, sin da settembre 2023, sotto la propria responsabilità, le attività formative del comparto IeFP, risulta chiara a tutti la drammatica situazione in cui versa il sistema formativo.
L’approvazione entro i termini della legge di stabilità con le casse regionali ad oggi ancora chiuse si è rivelata uno specchietto per le allodole.
COSA MANCA
Più volte le parti sociali hanno lanciato, nei mesi scorsi, l’allarme sulle numerose criticità del settore della formazione professionale, a cominciare dalla mancata rendicontazione di centinaia di corsi e misure di politica attiva del lavoro già conclusi da troppo tempo.
Ritardi rinvenibili anche nella mancata decretazione di nuove attività già avviate da mesi, oltre che al mancato avvio delle attività obbligatorie del Programma Gol, con ricadute pesanti per gli ex percettori del reddito di cittadinanza, disorientati e senza risorse per il mantenimento vitale della propria famiglia. Ed ancora, ad aggravare questo stato di cose anche la tagliola delle decurtazioni nei percorsi formativi che irrimediabilmente ne minano la riuscita.
Va rilevato che è da mesi che perdura questo stato di cose, associazioni datoriali e sindacali, sono stanche delle promesse e dei buoni propositi di una politica disattenta e lontana dai problemi del cittadino, incapace di gestire le ingenti risorse.
Non c’è più tempo da perdere, se il governo regionale non s’inventa una procedura emergenziale per garantire risorse e snellimento burocratico, cancellando tagli e decurtazioni, in salsa medievale, inaccettabili ed incomprensibili, sarà davvero difficile salvare il settore dalla deriva fallimentare. Sono a rischio decine di migliaia di minori in obbligo scolastico, di disoccupati e di operatori della formazione professionale. È a rischio la costruzione in Sicilia di una società migliore basata sulla professionalizzazione, qualificazione e riqualificazione della forza lavoro, indispensabile per generale nuova occupazione e contrastare povertà educativa e lavoro sommerso.