Eni-Versalis, parlamentari PD al presidente Schifani: “Agisca seguendo indicazioni dell’ARS”
Chiusura impianti Eni-Versalis: il Governo Schifani, coerentemente all’ordine del giorno approvato giovedì scorso dall’Assemblea Regionale Siciliana su proposta del Partito Democratico, intervenga urgentemente perché sia scongiurata la chiusura dei poli industriali della chimica di base a Ragusa e Priolo, prevista da Eni nel nuovo business plan della propria società Versalis.
È questo il senso della lettera che i deputati del gruppo parlamentare PD ARS hanno inviato oggi al presidente della Regione, mentre contro la decisione dei vertici Eni-Versalis a Ragusa e Priolo si svolgono iniziative sindacali di protesta , nei confronti delle quali i dem siciliani manifestano la propria vicinanza e solidarietà.
“Con la scusa della decarbonizzazione – dichiara l’on. Nello Dipasquale, primo firmatario dell’odg citato – l’Eni prevede di fare risparmiare ai propri azionisti, complessivamente, 3 miliardi di euro, ma il danno all’economia del Sud-Est siciliano è incalcolabile se si tiene conto che con la chiusura di Versalis e della chimica di base nell’isola sono a rischio non solo i posti di lavoro impiegati negli stabilimenti, ma centinaia di quelli dell’importante indotto. Per questo motivo l’Assemblea Regionale Siciliana ha sostenuto il nostro ordine del giorno con il quale si chiede al governatore di intervenire perché sia individuato un percorso alternativo alla dismissione degli impianti in un’ottica di riconversione ecologica con un piano graduale e sostenibile in grado di garantire i livelli occupazionali”.
“Schifani agisca rispondendo coerentemente alle richieste del Parlamento siciliano – conclude – avviando un’interlocuzione con Eni e individuando nelle risorse PNRR e FSC quei fondi utili ad affiancare Eni nell’attuazione di nuovi percorsi strategici”.
Eni-Versalis: sciopero a Priolo e Ragusa, Filctem: “Assurdo silenzio governo”
“Il silenzio del governo sul piano dell’Eni e il tifo agonistico che si sta sviluppando, tutto giocato sulla pelle dei lavoratori e delle comunità, ha dell’assurdo. Le conseguenze del piano Eni sulla Sicilia saranno drammatiche e auspicavamo che per scongiurarle si facesse quadrato, ma constatiamo che così non è. Contro tutto ciò e per chiedere una inversione di rotta i lavoratori saranno in piazza a Priolo e Ragusa”. Così il segretario generale della Filctem Cgil Sicilia, Pino Foti, alla vigilia dello sciopero e delle manifestazioni dei dipendenti Eni-Versalis e dell’indotto nei due siti siciliani il 12 novembre.
“La Sicilia per tutelare il lavoro ha bisogno di investimenti e di ricostruire il proprio assetto produttivo – aggiunge – ma se viene meno l’intervento dei governi regionale e nazionale e il ruolo delle aziende para pubbliche come Eni, questa impresa diverrà impossibile. La chiusura dei cracking, ormai tutti di Eni e tutti posizionati al sud, segna la fine della chimica di base per il Paese. Le materie finora prodotte per la transizione e per l’80% di ciò che rimane dell’industria italiana sarà d’ora in poi dunque in mani estere con i conseguenti effetti su costi e occupazione che abbiamo già conosciuto per il gas. L’effetto negativo a cascata sulle aziende collegate e sul loro indotto è prevedibile, per queste ovviamente Eni non può offrire alcuna garanzia, ma tutti tacciono in proposito”.
“Che l’Eni si sforzasse di assicurare la bontà del proprio piano di tagli e chiusure era prevedibile visto che contiene un risparmio di 3 miliardi, ma che anche da qualche parte politica, dopo aver chiesto solo all’azienda, ne garantisse addirittura l’assenza degli evidenti e pesanti contraccolpi proprio no, questo è inaccettabile – conclude – Anche perché è evidente che se Eni non licenzierà nessun suo dipendente, ma lo trasferirà come già fatto nel 2014 a Gela, stessa cosa non può dire per le aziende collegate, il cui silenzio dovrebbe oggi preoccupare tutti aldilà degli schieramenti”.
“Eni chiude Versalis facendo risparmiare 3 miliardi ai propri azionisti (fondi investimento, banche ed assicurazioni) ed in Sicilia dopo i vari progetti promessi e mai realizzati rifila un centro direzionale, una bioraffineria ed un riciclo meccanico che altro non è che un impianto di rifiuti – prosegue – Questo dovrebbe essere il volano dello sviluppo economico dell’isola? Quali delle aziende che oggi scambiano produzioni con Versalis possono ancora continuare ad operare? E quali investimenti verrebbero attratti da questa operazione?” Per quanto riguarda il taglio alla Co2, per la Filctem Sicilia, “Eni ha gli strumenti per intervenire senza chiudere Versalis. È una cosa che abbiamo chiesto insieme alla ristrutturazione e potenziamento dei siti produttivi. Ed Eni a a giugno ha assicurato alle parti che se il governo fosse intervenuto per colmare il deficit dovuto al costo dell’energia non avrebbe messo in atto chiusure. Evidentemente quell’intervento non c’è stato e l’azienda tra il Paese e gli azionisti ha scelto alla fine di garantire i guadagni e questi ultimi. Il sindacato non è mai stato contrario alla costruzione di una bioraffineria ma sarebbe utile che questo impianto si aggiungesse agli altri e non che li sostituisse perché alla fine dei conti la somma degli occupati non sarà uguale a zero”.