Scuola: studenti in piazza a Palermo contro l’emigrazione giovanile
Protesta studenti, Mannino (Cgil Sicilia): “Governo li ascolti”, la Cgil Sicilia aderisce e parteciperà con propri rappresentanti al corteo studentesco che si terrà domani a Palermo, per rivendicare iniziative per fermare l’emigrazione giovanile.
“La battaglia dei giovani – dice Gabriella Messina, segretaria confederale Cgil Sicilia – è la nostra battaglia. Da tempo rivendichiamo politiche di sviluppo che diano prospettive e opportunità di lavoro ai giovani siciliani nella propria terra, politiche dell’istruzione e della formazione adeguate, iniziative volte a favorire realmente l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro e garantire attraverso un welfare studentesco e universale buone condizioni di vita”.
“Abbiamo condiviso con i giovani un percorso che ha portato alla nascita di un manifesto – sottolinea Alfio Mannino, segretario generale Cgil Sicilia -. Riteniamo che i giovani hanno le carte in regola per essere protagonisti di un nuovo progetto per una nuova Sicilia. E saranno soggetti al centro della nuova fase di mobilitazione che ci apprestiamo ad avviare in questa stagione”. Diritto allo studio, diritto all’abitare, diritto al lavoro e a un welfare adeguato, dagli alloggi universitari a un sistema sanitario in grado di dare risposte concrete ai bisogni, diritto a potere restare nella propria terra o a ritornarci. “Sono tutti temi che ci vedono impegnati – conclude Mannino – e oggi facciamo appello al governo regionale ad ascoltare le istanze dei giovani, che sono il futuro della Sicilia”.
La Sicilia è la seconda regione per emigrazione giovanile con una percentuale di neet che sfiora il 45% e forti difficoltà nell’accesso al mercato del lavoro. In termini di disoccupazione tocca il 31,2% contro la media nazionale del 16,7% e quella europea dell’11,2 per cento.
Ogni anno circa 50mila giovani vanno via dalla Sicilia non solo perché non trovano lavoro ma perché, quando lo trovano, è spesso sottopagato e senza nessuna alcuna prospettiva di avanzamento di carriera.
Gabriella Messina aggiunge: “E’ necessario che le politiche giovanili siano declinate trasversalmente e ciò richiede un coinvolgimento complessivo delle ragazze e dei ragazzi, includendo tutto l’ampio mondo delle associazioni giovanili Il governo regionale deve cambiare metodo rispetto a quello usato col programma triennale per le politiche giovanili 2024-2026, adottato in assenza di una consultazione preventiva e scollegato da una analisi del contesto regionale attuale. La norma prevede infatti il coinvolgimento di tutti i stakeholder, affinché le esigenze concrete dei giovani possano essere rappresentate. Occorre dunque un’analisi della situazione regionale e di tutto ciò che riguarda la vita dei giovani e le problematiche che li riguardano: dalla garanzia del diritto allo studio, alle basse retribuzioni, dalle criticità attuali a quelle future, per arrivare alle opportunità che si possono porre. Chiediamo al governo Schifani di tenere conto di tutto ciò. Garantendo a quei giovani che oggi rischiano di pagare il prezzo più alto dell’autonomia differenziata, che le loro legittime aspettative di un futuro migliore nella propria terra non vengano tradite”.