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Dal tumore alle chemio, Beba racconta la sua battaglia sui social. “Aiuta farlo”, dice convinta

Carmelinda Gentile, attrice siracusana, sta condividendo il suo percorso contro un tumore. E in tanti la seguono, si confrontano e la sostengono

di Salvatore Cannata -





Si, mi piace parlare, condividere e ascoltare. Aiuta. Tanto. A me ha aiutato. Concretamente. Se non avessi parlato e non avessi ascoltato, forse oggi non sarei qui a combattere la battaglia più importante della mia vita. Anzi, per la mia vita”. Carmelinda Gentile ha da poco scavallato il mezzo secolo. È un’attrice siracusana. È Beba, la moglie dell’impenitente Mimì Augello della fiction italiana più famosa nel Mondo: ‘Il commissario Montalbano’. Non è solo quello. È attrice di teatro, è stata protagonista premiata nelle tragedie del Teatro Greco nella sua Siracusa. Da qualche anno, vive ad Amsterdam con il suo compagno e suo figlio. E da qualche mese lotta contro un cancro al seno. Si, detto così, brutalmente le venne detto dal medico olandese qualche mese fa. Senza mezzi termini e pure in modo rude. Lei ne parla; racconta sui social la sua battaglia quotidiana. Condivide. Racconta il prima e il dopo le sedute di chemio. Lo fa perché le viene facile. E aiuta, tanto. Aiuta chi sta come lei e peggio di lei. Le scrivono e la ringraziano. “Ma a me viene naturale tutto questo. Io ho la giusta paura ma anche la consapevolezza che le cose vanno affrontate, che serve a nulla piangersi addosso. Anzi, è meglio riderci un po’ su perché magari aiuta. E poi serve parlarne”. È inizio 2023 quando Carmelinda Gentile si accorge che qualcosa nel suo seno non va. “Hai fatto solo un’altra delle tue diete”, le dice la dottoressa che la visita dopo che lei, guardandosi allo specchio, ha visto qualcosa che la convinceva poco. È tranquilla ma, ogni tanto, continua a guardarsi. Poi, d’estate, al mare, incontra Patrizia. Una ragazza che le racconta del suo tumore al seno quando Carmelinda le dice dei suoi dubbi guardandosi allo specchio. E lei capisce che deve andare oltre, deve capire. Una mattina di settembre, si imbatte sui social nella foto di una donna inglese che mostra fossette nel seno come le sue e scrive che questo è cancro. Allora ‘Beba’ decide che non è più il momento di tergiversare. Comincia a premere sui medici olandesi, anche con toni aspri; non solo visite anche l’ecografia e gli altri esami più approfonditi. Per poi scoprire che ha un tumore. “Un medico di qui – racconta dalla sua casa di Amsterdam – comincia a parlarmi mentre mi fa l’ecografia. Mi racconta del suo amore per la Sicilia, per Siracusa. Si dice estasiato da Ortigia. Parla con serenità e poi, ad un tratto, si ammutolisce. E lì, capisco tutto. È tumore, al secondo stadio, sette centimetri. E ci sono i suoi ‘satelliti’. Devo iniziare la chemio. Subito”. Mentre lo racconta, non perde mai il buonumore. Intercala battute in siciliano perché lei è fatta così. Sa sorridere alla vita Beba; sa prendersi sul serio ma anche in giro (“mettu u fazzoletto na’ testa picchi’ ca’, ad Amsterdam, fa friddu no picchì m’affruntu ri siri senza capiddi” -metto il fazzoletto in testa perché qui, ad Amsterdam, fa freddo, non perché mi vergogno di essere senza capelli-) e sa che piangere serve a nulla. Deve fare la chemio e la fa. Prima due volte la settimana e adesso una perché le cose sembrano andare meglio. “Ma si, dai. Le cose vanno meglio. Rispondo alla chemioterapia e sto migliorando”. E scrive sui social; posta foto di lei con l’ago ‘appizzato’ al braccio. Invita all’ottimismo, ad affrontare bene ciò che succede. Attorno a sé, sente tanto affetto e tanta riconoscenza per quello che sta facendo per gli altri. “Sai, ho pensato pure a smetterla di postare video e foto; magari qualcuno si scoccia di tutto questo. Però non l’ho fatto perché quando chi sta vivendo questo problema come me, mi scrive che faccio bene, che infondo coraggio e voglia di farcela, allora penso che sia giusto continuare. E poi, quando vado a fare la chemio, mi guardo intorno. Vedo tante persone nel mio stato e pure peggio. Gente che ha il tumore al quarto stadio, con le metastasi che aggrediscono eppure non mollano. Di un centimetro. Anzi, più vedono la salita irta e più hanno voglia di combattere. E allora capisco che avere ed infondere ottimismo fa bene, anzi benissimo. E io continuo”. Come continua, in qualche modo, anche a lavorare in Olanda. Dove ha formato un gruppo di teatro e dove viene chiamata ad esibirsi. Perché Carmelinda Gentile è questo: un vulcano in costante eruzione che non si ferma, non si arresta, non si placa. A volte, si sente di vivere una strana sensazione. “Come se fossi immersa di nuovo nel liquido amniotico. Ma non nel corpo di mia mamma ma nell’universo, in una dimensione difficile da descrivere, strana da vivere ma unica. Mi ripeti se ho paura? Si, un po’, il giusto. Ma sorrido perché mi viene naturale. E penso che voglio raccontarmi. Perché si…”. Forza Carmelinda, forza Beba. Forza Regina di Cuori