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Lavoro

Da percettori di Rdc a disoccupati senza lavoro e senza entrate: allarme sociale in Sicilia

di Marco Gullà -





Caf di via Perpignano a Palermo: già alle 9 del mattino c’è gente in fila che chiede informazioni. Tra loro c’è Giovanni, 57 anni, ex percettore di reddito di cittadinanza. La sua domanda per l’Assegno di Inclusione (la misura che sostituisce il Reddito di Cittadinanza) è stata rigettata. Come la sua altre 300 mila in tutta Italia; 117 mila solo in Sicilia. Sono i numeri di una nuova crisi.
“Non abbiamo più entrate – ci racconta Giovanni Pizzo – io personalmente vado avanti grazie ai soldi che ogni tanto mi dà la mia ex moglie. Una sorta di elemosina. Sono arrabbiato, amareggiato, questo governo mi ha rovinato”.
Secondo l’associazione “L’Alleanza contro la povertà” i requisiti economici richiesti per l’ADI non rappresentano e non esauriscono la platea di coloro che, in Italia, sono effettivamente a rischio di povertà assoluta. Il rischio, insomma, è che non accedano alle misure di sostegno centinaia di migliaia di persone in condizioni di estrema vulnerabilità economica e sociale. In effetti la platea dei beneficiari si è notevolmente ridotta rispetto al reddito di cittadinanza.
E così anche Antonio, 51 anni di Palermo, è rimasto fuori dai sussidi: “Non trovo lavoro e senza reddito assieme a mia moglie non sappiamo cosa fare – racconta Antonio Turano – questa misura non fa altro che fare i poveri sempre più poveri. Ditemi voi dov’è il lavoro a Palermo. C’è solo sfruttamento, ho fatto diversi colloqui e per undici ore di lavoro al giorno mi avrebbero dato 30 euro al giorno. Ma come si fa così?”. Basso il numero delle domande accolte, rispetto alle aspettative e soprattutto rispetto al fabbisogno: risultano accolte 480.000 domande, a fronte di una potenziale platea attesa dal Governo di circa 737.000 nuclei beneficiari.
“A Palermo in questo momento – dice Davide Grasso, titolare di un caf – ci sono solamente tredici offerte di lavoro a fronte di quarantamila disoccupati. Se poi andiamo in Sicilia ci sono quaranta offerte a fronte di oltre duecentomila disoccupati. Sono numeri preoccupanti e che non fanno altro evidenziare un problema notevole che è quello della mancanza di lavoro”.
C’è inoltre una sproporzione tra il numero di nuclei familiari in condizione di povertà assoluta in Italia (secondo i dati Istat, nel 2022 erano poco meno di 2,2 milioni, pari a circa l’8,3% del totale) e il numero di quanti presentano i requisiti necessari ad accedere alle nuove misure. Misure che portano ad essere più che dimezzato il numero delle famiglie beneficiarie del sostegno, rispetto a quelle che fino a un anno fa ricevevano il Reddito di Cittadinanza. “Ad agosto non saprò cosa dare al padrone di casa – aggiunge Giovanni Pizzo – fino adesso sono stato aiutato dai servizi sociali e dalla mia ex moglie, ma ad agosto non avrò più questi aiuti. Ho 57 anni e per me trovare adesso un lavoro è davvero dura. Il mio futuro lo vedo nero, anzi nerissimo. Spero di non tornare a vivere in un box come anni fa”.