Leggi:

Attualità

Catania, il ponteggio fantasma e quella pubblicità contestata

di Alessandro Fragalà -





È di nuovo la Catania del “me ne frego delle regole, faccio come mi pare”. Quella che non piace alla gran parte della cittadinanza e che si sta provando ad estirpare. Non è operazione semplice e nemmeno veloce. Però da qualche parte bisogna cominciare e la base è quella di indignarsi e di provare a chiedere spiegazioni a chi ha la competenza di far o di provar a fare rispettare le regole. Succede che in un palazzo all’angolo tra via Vincenzo Giuffrida e via Raffaello Sanzio ormai da 5 anni permane il ponteggio che serve per la manutenzione della facciata dell’immobile. Qualcuno dirà: “Beh, che c’è di strano?”. C’è di strano che dei lavori di manutenzione non c’è l’ombra e che, verosimilmente, non sono mai partiti. E anche in questo caso l’appunto è doveroso: “Quante imprese non riescono a finire i lavori per mancanza di fondi, che c’è di strano?”.

C’è di strano, e qui ci fermiamo con gli interrogativi retorici, che su quel ponteggio che da 5 anni spadroneggia davanti agli occhi degli automobilisti fermi ad uno dei semafori più famosi e più gettonati di Catania, quello di via Giuffrida, sia installato un enorme cartellone pubblicitario che manda in orbita immagini senza soluzione di continuità. Ed ecco che, piano piano, i pezzi del puzzle trovano una loro collocazione, sospinti anche dalle lamentale degli esercenti che si trovano da 5 anni quasi sotterrati dalla gigantesca opera che di pregevole ha poco. Tornando alle domande, ben cinque le ha fatte la consigliera comunale del Movimento per le Autonomie, Serena Spoto e le ha poste all’amministrazione comunale. Sono contenute in un’interrogazione che fa parte del question time in scena stasera nel consiglio comunale di palazzo degli Elefanti, ex palazzo Senatorio. Serena Spoto chiede se “l’impianto pubblicitario sia stato oggetto di segnalazioni o diffide per la violazione dell’articolo 29 del Regolamento Comunale “Pubblicità e applicazione imposta sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni”; chiede se l’impianto in questione ha una certificazione di inizio attività e nell’eventuale autorizzazione rilasciata dal comune esista un termine temporale entro cui dismetterlo.

Nell’interrogazione si chiede anche se esistano i contratti di appalto per la realizzazione dei lavori per il rifacimento della facciata e se il comune abbia “mai esercitato su tale impianto il potere di vigilanza e sanzionatorio previsto dal combinato disposto dell’articolo 57 del Regolamento Comunale “Pubblicità e applicazione imposta sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni”. Tutte domande che, aggiungiamo noi, sono assolutamente legittime se è vero che il regolamento comunale prevede la possibilità di installare teli o cartelloni pubblicitari su ponteggi e cerate, ma solo nel periodo strettamente necessario alla realizzazione dei lavori. In questo caso non è così, perché di lavori non se ne vedono, non se ne sono visti e, verosimilmente, non se ne vedranno nei prossimi anni. Cinque, come detto, quelli che ha compiuto il ponteggio avvolto anche da un alone di mistero. Si perché i proprietari dei locali che si trovano al piano terra dell’edificio assicurano di aver più e più volte segnalato la questione agli uffici competenti. Agli uffici competenti, però, non risultano segnalazioni o diffide provenienti dai proprietari delle botteghe. Un vero e proprio mistero che, peraltro, potrebbe esporre il comune ad una possibile azione risarcitoria esercitata da chi, a questo punto per anni, ha subito un danno non indifferente. Secondo il regolamento comunale, infatti, è l’amministrazione che deve vigilare sul mancato rispetto di queste regole e, nel caso in cui vengano infrante, sanzionare chi sbaglia con multe che ( il regolamento è decisamente datato ) vanno da quattrocentomila lire e tre milioni di lire ovvero ( aggiornato al 2024 ) da circa 800 euro a circa 6 mila euro. Sempre secondo il regolamento, poi, a prescindere dalla multa, il comune ha potere di oscurare o rimuovere le pubblicità.