Leggi:

Attualità

Il successo del Giro di Sicilia e il fascino delle auto storiche

di Redazione -





di CESARE PLUCHINO
Il fascino delle auto storiche rievoca la corsa voluta dai Florio nel 1912, in connubio con la mitica “Targa”, in un mix unico con le bellezze della nostra isola. Anche quest’anno il Giro di Sicilia con duecento auto storiche partite dal capoluogo siciliano è stato patrocinato dal Comune di Palermo e sponsorizzato dal Gruppo la Nuova Sicilauto di Palermo, Magic Sport, Bartolini e Mauri assicurazioni, da Grandi navi veloci e da Mafra. Il Giro di Sicilia è un evento Asi-Fiva (Fédération Internationale des Véhicules Anciens) ed è inserito all’interno della manifestazione nazionale Circuito Tricolore Asi (Automotoclub storico italiano), patrocinato dai ministeri della Cultura e delle Infrastrutture e Trasporti, dall’Anci (associazione dei Comuni), da Città dei motori e dalla Costa del mito. La corsa siciliana ha tutti i titoli per essere considerata una delle pagine più gloriose ed entusiasmanti dello sport automobilistico italiano e internazionale e la sua rievocazione merita altrettanta considerazione per il suo valore culturale. Equipaggi provengono da tutta Europa, soprattutto da Francia, Inghilterra, Germania, Belgio, ma anche dall’America del Nord, dall’Argentina e dal Giappone. Rispettato il programma, con la prima tappa: Casteldaccia, Trabia, Caccamo, Campofelice di Roccella.
A Caccamo un momento di accoglienza con abiti d’epoca, mentre a Trabia, il trofeo Raimondo Lanza di Trabia. Giovedì 16, per la seconda tappa: partenza dal lungomare di Cefalù, in centro, nella località marinara, il trofeo “Ciccio”. La carovana ha proseguito per Pollina, Castel di Tusa, Santo Stefano di Camastra, Marina di Caronia, Acquedolci, Sant’Agata di Militello, Rocca di Caprileone, Capo d’Orlando, Sinagra, Ucria, Floresta, Santa Domenica Vittoria. Dopo una breve sosta per il pranzo, direzione per Randazzo, Linguaglossa e l’Etna. Venerdì 17, da Catania, direzione Siracusa con visita guidata ad Ortigia. Poi tappe a Palazzolo Acreide, Caltagirone e al Kartrodromo internazionale di Gela (prove cronometrate) e infine a Marina di Butera. Sabato 18, la quarta tappa ha visto le vetture dirigersi a Palma di Montechiaro, passaggio e sosta alla Valle dei Templi per una visita culturale, Agrigento, Porto Empedocle. Ancora passaggi dalla Scala dei Turchi a Realmonte e Castelvetrano, al Parco Archeologico di Selinunte, località dove si è proceduto alla premiazione del Giro di Sicilia. Domenica l’ultima tappa, partenza da Partanna, poi Alcamo, Partinico, Borgetto, infine Palermo alle 15, al Ristorante 59, in piazza Verdi, per la premiazione “La Sicilia dei Florio”. Hanno macinato mille chilometri in meno di una settimana, in cinque tappe, da Palermo ai Nebrodi, dalla costa tirrenica a Ortigia. Stanchi ma soddisfatti, hanno fatto rientro i 200 equipaggi delle auto storiche della 33esima edizione del Giro di Sicilia. I vincitori in assoluto di quest’anno sono Salvatore Galioto e la moglie Pinuccia Paviera, con una fiammante Fiat 1100/103 del 1954: di Termini Imerese, vivono a Cefalù. Al secondo posto Mauro Giansante (avvocato di Pescara e per anni pilota ufficiale Porsche) e Maria Daniela Spina con una Ermini 1100 Sport Spider del 1946. Al terzo, Alfredo Caputo ed Emilio Salvatore Giammusso, di Caltanissetta, con una Porsche 356 1600 S del 1962. All’arrivo a Palermo, al ristorante 59, si è svolta invece la premiazione “La Sicilia dei Florio”, con l’assegnazione di vari trofei ad alcuni equipaggi. Vincitori Marcello Gibertini e Lisa Sighinolfi. Gli appassionati provenivano da tutta Europa, soprattutto da Francia, Inghilterra, Germania, dagli Stati Uniti, dall’Argentina e dal Giappone. E, con 27 partecipanti, la nazione più rappresentata è il Belgio. Anima della manifestazione Antonino Auccello, presidente del Veteran car Club Panormus e consigliere federale Asi: “Un bilancio estremamente positivo quello di quest’anno. Dopo un anno di duro lavoro, parlano i numeri: 200 equipaggi provenienti da tutta Europa, macchine dal 1912 in poi, tra cui molti anteguerra. Abbiamo percorso tutta la costa tirrenica, Ortigia, Agrigento, la Valle dei templi, Selinunte, dove abbiamo avuto il privilegio di entrare dentro il Parco archeologico: uno spettacolo nello spettacolo”. Sul podio, tra i primi 16 classificati, anche due gruppi di giapponesi: al settimo posto della classifica Sagawa Masahiko e Kato Shunsuke, con una Fiat 124 del 1970 e la coppia formata da Yaguchi Kanako e Koshikawa Yahoi, con un’Alfa Romeo Spider 1.6 del 1983. Sono stati premiati come super eroi un gruppo di disabili che, anche in questa edizione, ha partecipato al Giro con una Fiat 600 storica, macchina modificata, messa a disposizione dal Veteran car club Panormus. A rappresentare l’Asi in qualità di commissario, Claudio Camilli: “Avevo partecipato a due edizioni del Giro, 26 anni fa. Questa volta è la prima corsa di auto storiche come commissario. Abbiamo attraversato in lungo e largo quella Sicilia ricercata e descritta minuziosamente da Camilleri nei suoi romanzi, respirando i profumi e assaggiando le tipicità dei luoghi. Una settimana alla scoperta di quest’isola, tutti accomunati dalla passione per il motorismo storico”.
Il vincitore Salvatore Galioto racconta la sua emozione: “Fin da piccolo a Termini ho respirato la magia del Giro di Sicilia, legato a doppio filo alla Targa Florio. Per me hanno la stessa importanza. Noi nel 2021 l’avevamo già vinto ma con un’altra auto. Oggi c’è un’emozione ancora più forte, perché abbiamo partecipato con una macchina del ‘54”.