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Attualità

Con l’ondata di calore torna l’allerta incendi e la stagione dei roghi

di Francesca Gallo -





di CLAUDIA MARI
Un allarme caldo che fa scattare, come prima conseguenza, l’allarme incendi. È quello che succede, con l’arrivo dell’estate in Sicilia ed è accaduto anche in questi giorni.
E difatti la Protezione Civile regionale per il weekend appena trascorso, in particolare per la giornata di ieri e di sabato, ha diffuso un avviso – di allerta livello arancione – per rischio incendi e ondate di calore valido per le due giornate. Un fine settimana che fa da prospettiva a quello che accadrà, con molta probabilità, durante questa estate, sia a causa delle temperature in aumento, sia a causa di chi – con la scusa del clima torrido – dà alle fiamme grandi pezzi dell’Isola.
A dare un quadro della quantità di incendi – da record – registrati in Sicilia negli scorsi anni è l’organizzazione no profit “Fenice Verde” che ha analizzato i dati raccolti dall’Unione Europea, attraverso il satellite Copernicus, negli ultimi quindici anni, quindi dal 2009 a oggi.
i dati allarmanti
Secondo i dati raccolti dall’Ue, difatti, quello che salta più all’occhio sono due elementi: il primo, che ci sono stati più incendi in Sicilia che in Spagna o Turchia; e il secondo che sono stati registrati più roghi di notte che durante le ore del pomeriggio.
Andando per ordine, dallo studio emerge un gran numero di roghi in Sicilia: dati che presentano una incidenza troppo maggiore rispetto a una regione climaticamente simile come, ad esempio rimanendo in Italia, la Calabria. Dal 2009 (lo studio prende in considerazione gli ultimi 15 anni) sono andati in fumo 424 mila ettari del territorio siciliano, per dare una prospettiva di grandezza circa un sesto della superficie regione.
E se in Italia il dato mostra numeri altissimi, nel confronto e nell’analisi con gli altri paesi dell’Unione Europea l’anomalia si dimostra ancora più evidente. A parità di zona, la Spagna (esempio territorialmente simile) rispetto alla Sicilia non brucia. La Regione infatti ha segnato un record, è quella che ha bruciato più di tutte rispetto alle regioni equivalenti climaticamente (appunto Spagna, Turchia, ecc). E non è, come detto precedentemente, l’unico dato che fa rizzare le antenne.
Si tratta di un dato “orario”. Perché in Sicilia, oltre al normale picco (in tutte le regioni registrato nell’orario tra le 8 e le 14) ci sono tanti roghi che si sviluppano tra le 20 alle 1 di notte. Il dato incide non solo dal punto di vista dei controlli, ma anche e soprattutto sul propagarsi dei roghi, visto che i canadair non possono volare con il buio e, conseguentemente anche gli interventi sono più difficili.
Purtroppo, il dolo rientra molto spesso tra le cause dei roghi che vengono registrati. E ancora, purtroppo, non c’è estate in Sicilia senza incendi, divenuti un fatto di ordinaria normalità. Normalità anch’essa stagionale anche se con connotazione di eccezionalità. Solo nel 2023 sono stati bruciati oltre 50mila ettari di macchia mediterranea. Un dato allarmante che, tuttavia, sembra essere percepito solamente durante la stagione estiva. Intanto, un piccolo passo è stato fatto. Perché è stato pubblicato nei giorni scorsi da Irfis FinSicilia l’avviso pubblico per contributi straordinari per i danni causati dagli incendi della scorsa estate. Si tratta di una misura da 2,9 milioni di euro destinata a quanti hanno subito danni al patrimonio immobiliare e mobiliare a seguito dell’ondata di calore e degli incendi che hanno interessato, a partire dal 23 luglio 2023, le province di Catania, Messina, Palermo e Trapani e per i quali è stata emanata una apposita ordinanza del capo della protezione civile (la 1078 del 13 marzo 2024). Grazie al decreto della Regione (n. 31/2024 del 9.4.2024), è stato costituito, mediante incremento del Fondo Sicilia, un plafond destinato alla concessione dei contributi d’importo pari a 2,9 milioni di euro. Irfis – FinSicilia S.p.A. è stata incaricata di gestire le relative agevolazioni.
Per accedere al contributo è necessario, tra l’altro, essere proprietari dei beni e avere denunciato prima della data del decreto che determina lo stanziamento (il 9 aprile del 2024) i danni occorsi a seguito di incendi e ondate di calore.