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La Lega siciliana si spacca: Salvini corre ai ripari e invia Durigon

di Redazione -





di FLAVIA ROMANI – È maretta nel centrodestra siciliano, o meglio, è terremoto in casa Lega siciliana. Perché i malumori usciti dal vaso di Pandora del vertice del 23 gennaio scorso non hanno fatto altro che aumentare. E il braccio di ferro tra Luca Sammartino – vicepresidente della Regione e assessore all’Agricoltura – e l’eurodeputata – nonché segretario regionale della Lega – Annalisa Tardino si fa sempre più pressante e sempre (almeno sembrerebbe) più favorevole alla fronda anti-Sammartino, visto che i detrattori sembrano crescere di numero.

Tutto, o almeno buona parte, era iniziato all’hotel delle Palme di Palermo, in occasione dell’incontro tra i vertici leghisti che sarebbe servito a dare una spinta propositiva alla formazione dell’intergruppo parlamentare tra Lega-Mpa all’Assemblea Regionale Siciliana. Incontro che però e si era concluso con grida e insulti e con l’abbandono della seduta in anticipo da parte di qualche partecipante. Lì il gruppo pro-Sammartino chiedeva la rimozione dell’eurodeputata di Licata per piazzare il deputato messinese Nino Germanà, il quale si lega direttamente con Pippo Laccoto, presidente della commissione Salute, al fine di far saltare l’alleanza con Raffaele Lombardo (Movimento per l’Autonomia) a Palazzo dei Normanni.
L’accusa nei confronti di Tardino, che vorrebbero fuori, è quella di non avere fatto crescere il partito sui territori. E così tra un’accusa e un’altra e un meccanismo creato ad arte, è saltata la formazione dell’Intergruppo, che rappresentava la priorità di Salvini e del suo braccio destro Claudio Durigon, arrivato in Sicilia per formalizzare l’intesa. L’intergruppo rappresentava un elemento indispensabile per la Lega, non solo in vista delle Europee, ma anche per tentare di avere un maggiore potere nella contrattazione (con gli altri alleati del centrodestra) sulla questione delle nomine dei direttori generali di Asp e aziende ospedaliere. E proprio qui il partito ha dovuto registrare l’ennesima divisione, con l’ala del partito pro-Tardino che ha dovuto incassare la delusione di essere rimasti a bocca asciutta, con nessuna nomina dei manager della sanità.

E ora di nuovo Salvini – anzi, di nuovo Durigon – deve correre ai ripari: il rischio è quello di spaccare definitivamente il partito (arrivando a un punto di non ritorno) in vista non solo dell’appuntamento con le elezioni europee, ma anche quelle provinciali.
Eppure, almeno a detta dell’europarlamentare Tardino, le tensioni sono state presentate come esagerate e quelle su una “Lega spaccata” sarebbero una sorta di insinuazioni.
“Avrei voluto ignorare il tritacarne mediatico in cui sono stata buttata, come da mio costume. Ma ai tanti che credono in me, e che in questi giorni si sono preoccupati invano, voglio solo dire con affetto di continuare a lavorare per gli obiettivi comuni” a dichiara la leghista, che aggiunge: “A taluni che vivono di tracotante voglia di sembrare sul pezzo – tanto da pensare di poter annullare a colpi di insulti in presenza e ricostruzioni fantasiose e offensive dettate a certi giornali, il lavoro serio, costante e competente che altri hanno fatto e continuano a fare nell’interesse dei siciliani – verrà molto difficile spuntarla”.
E sottolinea: “In Sicilia non c’è una Lega spaccata, ma solo taluni con una visione diametralmente opposta, linee parallele, di intendere la politica e la sua funzione. Potere fine a sé stesso dal potere a servizio della gente”. Di certo gli attacchi non mancano e Tardino li usa come difesa: “Vi assicuro che queste tattiche non ci distraggono, anzi ci rafforzano. Ci piacerebbe che i giornali in Sicilia riportassero notizie del lavoro fatto dalla politica e non di liti della politica per spartizioni di poltrone, ma fino a che il consenso sarà figlio del bisogno saremo lontani dal raggiungere l’obiettivo. Noi non ci arrendiamo. Ad maiora a noi e alla nostra terra”, conclude Tardino.
Non sembra pensarla allo stesso modo il leader del Carroccio, che di corsa manda i suoi uomini sull’Isola per mettere una toppa su un buco che sembra allargarsi sempre più sulla Lega Siciliana.