Cocaina in “saldo”: prezzi shock per attirare i giovanissimi
Domanda della cocaina in crescita, con un target di consumi che si allarga a diverse fasce d’età e classe sociale. Prezzi che crollano e un mercato ormai fuori controllo, esaltano il consumo di cocaina nelle piazze cittadine. Una legalizzazione di fatto, illegale nel merito, che riempie le casse della criminalità organizzata. La droga gira anzitutto tra i giovanissimi. Minorenni in gran parte, non solo consumatori ma spesso anche spacciatori. Da diverso tempo ormai, ha preso piede il consumo di cocaina, sempre più diffuso in fasce di età adolescenziali. Alcuni operatori sociali, da anni impegnati sul territorio, lanciano l’allarme su un mercato in cui la stessa cocaina non è più una sostanza irraggiungibile o accessibile solo a fasce sociali elevate. “Si è abbassata tantissimo l’età di chi chiede aiuto al SERD – racconta la psicologa Sara D’Amaro – ragazzi poco più che adolescenti che si approcciano agli stupefacenti con estrema facilità, grazie soprattutto alla enorme offerta che c’è sulla piazza”.
Per attrarre i più giovani infatti, i pusher hanno aperto alla vendita di mini dosi da 0,2 grammi, economicamente assai più accessibili. E così nelle piazze di spaccio ormai girano le mini dosi di coca, smerciate ad appena 15 euro, mentre un dose di crack non va oltre le 12 euro. Gli spacciatori in questo modo ampliano la base della clientela e riescono ad attrarre profitti ulteriori. I prezzi bassi invogliano chi ha minori disponibilità economiche. Aumenta il consumo che diventa più “democratico”, e non fa più distinzione di età o classe sociale. E con esso anche i disturbi mentali associati a disturbi da uso di sostanze stupefacenti, soprattutto tra i giovanissimi. Un’emergenza confermata dai numeri in aumento dei trattamenti sanitari obbligatori posti in essere dal centro Salute mentale cittadino. Ragazzi sempre più giovani che finiscono in ospedale in preda a deliri legati al consumo di stupefacenti, in particolare cocaina ed anfetamine oppure il ritorno di una delle droghe più micidiali degli anni 90, il crack fumato nelle bottigliette di plastica, più economico delle altre due.
Ben otto solo nell’ultima settimana di agosto e tutti per ragazzi sotto i 30 anni. Ognuno di loro per deliri indotti dal consumo di stupefacenti. Una impennata preoccupante come non se ne vedevano da tempo in città, come conferma il responsabile del Centro di Salute Mentale di Gela, il dottor Giuseppe Arancio. “Quella del 2023 è stata un’estate nera – racconta lo psichiatra – ci siamo trovato a dover intervenire su pazienti che hanno dovuto subire un trattamento sanitario obbligatorio pur non soffrendo di alcuna patologia psichiatrica pregressa. Il loro unico punto in comune era quello di aver fatto uso di stupefacenti. Il 90 % dei casi di Tso che abbiamo trattato in agosto erano legati a deliri da stupefacenti, è questo è davvero inquietante. È un fenomeno che non può più essere sottovalutato”. Il consumo dunque è parecchio diffuso e non trascura fasce di età basse. Chi segue da diverso tempo le realtà sociali del territorio è convinto che tutti debbano collaborare per formare e informare i più giovani e i minori. “È indubbio – prosegue il dottor Arancio – che nelle piazze di Gela circoli un quantitativo di sostanze psicotrope di gran lunga superiore a quello che c’era dieci anni fa.
E il fatto che l’età del primo approccio alla droga si sia abbassato così tanto è un fenomeno che va immediatamente attenzionato da tutte le agenzie sociali, in primis nelle scuole”. “Solo in questo modo – conclude – si potrà determinare maggiore consapevolezza rispetto agli effetti di sostanze come la cocaina, destinate a creare una stretta dipendenza. Non è più possibile sottovalutare l’incidenza che potrebbero avere programmi e progetti finalizzati proprio alla formazione. Fornire maggiori dettami alle famiglie è un altro passo che può rafforzare la prevenzione”.