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Catania

Sicilia, il treno dei sogni (che non parte mai)

di Andrea Fiore -





Ancora una volta, la Sicilia si ritrova con il cuore spezzato. L’ultimo taglio di oltre 11 miliardi di euro dal PNRR colpisce duramente il Sud, e la nostra Isola ne esce con le ossa rotte.
Tra i progetti sacrificati, la seconda fase del collegamento ferroviario PalermoCatania, un’opera fondamentale per unire la nostra terra e dare fiato alla nostra economia. Invece, la realtà è questa: fondi tolti, lavori sospesi, sogni rimandati a data da destinarsi.

La deputata Iacono ha parlato di “ennesimo schiaffo”ed è proprio così: è un dolore che conosciamo bene, quello delle promesse non mantenute, degli impegni che si perdono nel tempo mentre noi continuiamo a lottare con infrastrutture vecchie e servizi che arrancano.

Storia di attese e promesse tradite

Chi governa oggi parla di sceltetecniche”, di priorità da rispettare. Ma per noi siciliani queste parole suonano vuote, quasi come un’altra scusa.
La verità è che troppo spesso siamo messi in coda, costretti a pazientare mentre altrove si corre. La nostra Isola ha visto troppe volte progetti bloccati o dimenticati: la ferrovia mai completata, le strade rimaste a metà, e quel Ponte sullo Stretto che sembra ormai una barzelletta.

E mentre aspettiamo, la vita continua: tanti nostri giovani partono per cercare altrove quello che qui manca, le aziende faticano a resistere e i servizi essenziali restano un miraggio.

Rabbia, orgoglio e speranza in Sicilia

Noi siciliani sappiamo bene cosa vuol dire aspettare. È un’attesa fatta di rabbia, ma anche di un orgoglio tenace. Non ci arrendiamo, non molliamo, perché la nostra meravigliosa terra merita rispetto e opportunità come tutte le altre. Sappiamo resistere, anche quando tutto sembra contro di noi.

Il treno per il futuro non è ancora partito, ma noi siamo qui, fermi sui nostri binari, pronti a salire appena qualcuno deciderà di far partire la corsa.

“Sapemu ca impossìbbili è sulu na parola ca si po’ cummattiri, picchì nun ci scantamu e nenti”.