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Zes, la grande opportunità per Catania e il Mezzogiorno

di Elisa Petrillo -





di ELISA PETRILLO – Zes, la grande opportunità per Catania e il Mezzogiorno

Un’assemblea territoriale partecipata e intensa nei contenuti quella con cui la CNA di Catania ha fissato i temi più delicati dell’agenda politica che riguardano le ZES- Zone Economiche Speciali e le opportunità per le piccole e medie imprese. Presenti i massimi rappresentanti istituzionali oltre alle altre organizzazioni datoriali e sindacali, con le quali CNA ha da tempo avviato un percorso comune. La presidente Floriana Franceschini, che nella sua relazione introduttiva ha lamentato come troppo spesso il legislatore produca norme senza tenere in debito conto la reale situazione del paese: “Non si capisce perché le imprese italiane debbano trasformarsi in campioni di salto mortale per sopravvivere. Serve liberare la casa delle imprese, ridando al capoluogo etneo, città metropolitana, quel che gli spetta per legge, ossia una Camera di commercio autonoma. In ogni caso, vanno reinsediati immediatamente gli organismi camerali legittimi”. Nei suoi saluti istituzionali, il sindaco di Catania Enrico Trantino ha evidenziato come il comune stia cercando di iniziare un percorso virtuoso che possa far vedere chiaramente i possibili risultati sia di breve che di lungo periodo. Il vice questore vicario etneo Giuseppe Anzalone, intervenendo a nome del questore Giuseppe Bellassai, ha sottolineato “il rapporto importantissimo fra l’iniziativa d’impresa e la sicurezza.
Anche il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, nel suo intervento da remoto ha dichiarato: “è necessario intervenire con decisione per valorizzare aree dalle enormi potenzialità anche in settori strategici e a elevato tasso di innovazione come dimostra proprio Catania, l’Etna Valley, dove verisimilmente riuscire a incrementare sia gli investimenti di Enel sia quelli altrettanto e più importanti di StMicroelectronics e quindi degli investimenti nel settore del digitale. Tecnologia green e tecnologia digitale possono consentirci di realizzale proprio a Catania, in Sicilia, il polo d’innovazione più significativo d’Italia e tra i primi in Europa”. Tra gli esponenti anche una delegazione della ConfCommercio Catania con il suo presidente Pietro Agen che si è detto pronto a collaborare per il rilancio del ruolo delle organizzazioni di rappresentanza dei ceti produttivi. A partecipare alla tavola rotonda Marco Falcone, assessore all’Economia della Regione Siciliana, Rosario Faraci, professore di Economia e gestione delle imprese all’Università degli Studi di Catania, Andrea Milazzo, segretario territoriale di Cna Catania, e i senatori Antonio Nicita e Salvo Pogliese, dal quale è arrivata una proposta. “Un impegno trasversale sull’abbassamento della soglia minima di investimento – spiega -. Del resto, bene parlare della Zes unica, ma sono state parallelamente introdotte anche altre importanti novità normative. Perché la “fotografia” che avevamo davanti con le precedenti otto Zone presentava criticità. Le Zes del 2017 rese operative nel 2019 hanno prodotto 221 autorizzazioni uniche e al 31 agosto 2023 la Sicilia era la seconda regione per autorizzazioni rilasciate. Ma perché si è giunti all’unificazione delle Zone? Si sono volute eliminare le asimmetrie all’intero dei singoli territori – ha concluso il senatore di Fratelli d’Italia – che stavano per produrre speculazioni, ad esempio per quel che riguarda i terreni da utilizzare per i capannoni. Ora servirebbe realizzare un coordinamento fra governo e regioni per meglio utilizzare i fondi europei e nazionali. Sono quasi pronte le procedure concorsuali che determineranno oltre 200 nuovi posti di lavoro e siamo chiaramente disponibilissimo a ragionare su migliorie dell’impianto dell’attuale Zes, se compatibili con la prossima legge finanziaria”. A concludere i lavori, Otello Gregorini, segretario generale della CNA nazionale, ha preso le mosse dal ruolo della piccola impresa e dell’artigianato in Italia: “in questo Paese c’è l’esigenza di rilanciare ruolo e funzione della piccola impresa, che rappresenta il 99% di tutto il sistema produttivo nazionale”.