Mafia: estorsioni, voto di scambio e droga, sgominata organizzazione nel Trapanese
Voto di scambio e droga, connubio politico affaristico-mafioso tra Alcamo e Calatafimi, in manette anche l’ex senatore del Pd Antonino Papania e l’ex vice sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone
Associazione a delinquere di stampo mafioso, voto di scambio e droga, connubio elettorale politico-mafioso, estorsione e spaccio di stupefacenti aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa, nonché traffico di influenze, violazione di segreto d’ufficio e porto e detenzione illegale di armi. Sono le accuse con cui la polizia di Trapani, su delega della Dda di Palermo, ha dato esecuzione a un provvedimento cautelare restrittivo nei confronti di 10 soggetti, tutti residenti in provincia di Trapani. Eseguiti anche 8 decreti di perquisizione personale e domiciliare, emessi nei confronti di altrettanti soggetti indagati a vario titolo per traffico di influenze, violazione di segreto d’ufficio e porto e detenzione illegale di armi.
L’inchiesta, avviata nel maggio 2021 dalla Squadra mobile di Trapani e condotta unitamente a personale della Squadra mobile di Palermo, del Sisco e del Servizio centrale operativo della polizia, ha portato alla luce i nuovi assetti e “il rinnovato dinamismo criminale” delle famiglie mafiose di Alcamo e Calatafimi. In particolare, nel tentativo di colmare il vuoto progressivamente creatosi dopo una serie di arresti, la famiglia mafiosa alcamese avrebbero individuato il nuovo vertice in un pregiudicato locale che avrebbe esercitato la reggenza valendosi di numerosi sodali. Stessa cosa sarebbe avvenuta nella famiglia di Calatafimi dove il ruolo di reggente sarebbe stato attribuito ad un altro pregiudicato.
Connubio elettorale politico-mafioso e voto di scambio
C’è anche l’ex senatore del Pd Antonino Papania tra le persone arrestate all’alba di ieri a Trapani nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Palermo. L’indagine ha documentato l’esistenza di “un connubio affaristico-mafioso in grado di condizionare, anche dietro corrispettivo in denaro, il libero esercizio del consenso elettorale”. Le indagini condotte dalle squadre mobili di Trapani e Palermo con la Sisco hanno scoperto che l’esponente politico avrebbe pagato la somma di duemila euro al clan mafioso di Alcamo, per sostenere un suo candidato nella corsa all’Assemblea regionale siciliana, durante le elezioni del 2022.
In manette anche l’ex vice sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, che secondo i magistrati sarebbe stato l’intermediario fra Papania e il clan.