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Attualità

Studenti in piazza contro le bombe e i manganelli

di Redazione -





Anche a Palermo studenti in piazza per esprimere “indignazione” dopo i fatti di Pisa, Catania e Firenze e contro “un governo che non stanzia fondi per l’edilizia scolastica”. Una manifestazione indetta dal Coordinamento studenti in lotta e un corteo, dopo il concentramento in piazza Verdi alle ore 9.00, proseguito fino a Palazzo Comitini in via Maqueda. Passato, dalle tradizionali rivendicazioni degli studenti, ad abbracciare la causa della “Palestina libera”, come indicato su uno striscione. E ancora: “Siamo tutti antifascisti”. Spiegando il contrasto a un “governo che ci vorrebbe omologati, che vuole uccidere il nostro pensiero critico, che reprime chi dissente rispetto alle politiche nazionali perseguite e che vuole zittire chi osa parlare del genocidio in corso in Palestina”. Affiancata ai temi internazionali, la richiesta di “una scuola diametralmente opposta alle linee dettate dall’attuale esecutivo, che, in perfetta continuità con le politiche di divisione sociale, mira a creare studenti di serie A e di serie B, normalizzando logiche di mortificazione e sfruttamento”.
Uno spirito di contestazione ad Israele che si aggiunge, a Palermo, all’impegno della carovana di aiuti per Gaza che vede presente anche un’operatrice palermitana. L’ha promossa la ong Cooperazione Internazionale Sud Sud con una delegazione di parlamentari, giornalisti, esperti di diritto internazionale in partenza verso il valico di Rafah. Trentamila euro raccolti in una donazione, un filo diretto con gli operatori presenti nelle zone che vivono quotidianamente il dramma della guerra.
“La situazione a Gaza era catastrofica a novembre. Ora non ci sono aggettivi adatti a descriverla”, scrivono gli operatori di Ciss muovendosi verso l’area di Rafah. “Il 70 per cento delle persone uccise – raccontano – è rappresentato da donne e bambini: di solito, durante le altre guerre, la percentuale è l’esatto contrario. E uno studio della School of Tropical Medicine ha realizzato delle proiezioni a 6 mesi sulla situazione di Gaza: se ci fosse il cessate il fuoco ora, altre 6mila persone morirebbero per malattie ed epidemie. Senza cessate il fuoco, si prevedono invece altri 85mila morti”.
Dieci giorni fa, la protesta portata davanti ai cancelli della Leonardo: “Palestina: 28.586 morti, 68.291 feriti. Per voi solo costi di produzione”, il cartello appeso sulla facciata della sede in via Villagrazia.