Siccità, Musumeci: “Comuni non presentano progetti”. Barbagallo (Pd): “Ministro predica bene ma razzola malissimo”
Crisi idrica, il ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare Nello Musumeci bacchetta i comuni che non presentano progetti di interventi. Il deputato Barbagallo: “Governo inefficiente ha approvato il Piano idrico nazionale solo lo scorso giugno, a fronte di 1,6 miliardi necessari per le opere idriche in Sicilia sono stati stanziati soltanto 92 milioni, ancora senza decreto”.
Contro la siccità, afferma Musumeci, “abbiamo messo a disposizione 1,2 miliardi per le regioni: 400 milioni per progetti già in essere e 800 milioni per nuove iniziative. Il ministro Fitto mi dice che solo circa il 30% risulta essere stato finora utilizzato. Bisogna concludere entro giugno 2026. Mi auguro che il dato non sia aggiornato o che ci sia un arretrato sul quale le regioni sapranno lavorare con grande impegno per recuperare il tempo perduto”. Lo ha detto il 23 luglio il ministro per la Protezione Civile durante la conferenza di presentazione del nuovo capo Dipartimento, Fabio Ciciliano.
“Oggi il ministro Musumeci scopre che vi è un ritardo delle regioni in tema di interventi per la siccità? Ha ragione da vendere. Ma ha scordato che proprio in Sicilia, quando lui era presidente della Regione, ci sono stati notevoli ritardi nell’approvazione del Piano per la gestione idrica in Sicilia e che lui stesso ha conseguito il record di 31 progetti bocciati su 31 nel primo bando Pnrr? Nè lo stesso Musumeci quando era governatore, dal 2017 al 2022, ha mai messo mano ad una vera riforma dei consorzi di bonifica a cui è affidata in buona parte la programmazione e l’attuazione di questi progetti”. Così il deputato e segretario del Pd Sicilia Anthony Barbagallo.
Lo scorso 22 marzo, durante il convegno “Acqua: troppa, troppo poca, troppo sporca”, organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Catania e dal DICAr Unict, Musumeci aveva già illustrato i numeri sulla crisi idrica e la siccità. In Sicilia è stato possibile mappare il quadro dell’Isola, dei bacini e dei corsi d’acqua soltanto dopo il 2018. Solo 158 milioni di metri cubi di acqua disponibili – a fronte dei 317 necessari per concludere l’anno senza dover razionare le risorse idriche in alcune aree – e appena 7 dighe collaudate su 25 negli ultimi 50 anni su tutto il territorio siciliano.
“Sui ritardi negli interventi per ridurre le perdite nella rete idrica, che in Sicilia tocca il 50%, bastava che Musumeci leggesse la relazione dei Corte dei Conti sulla gestione delle misure Pnrr volte a contenere la perdita nelle reti di distribuzione delle risorse idriche: si tratta di criticità ben note anche durante il suo mandato in cui è mancata una programmazione adeguata – aggiunge Barbagallo – Questo governo di centrodestra, totalmente inadeguato e inefficiente, ha approvato il Piano idrico nazionale solo lo scorso giugno e, a fronte di 1,6 miliardi necessari per le opere idriche in Sicilia, sono stati stanziati soltanto 92 milioni per lavori su cui ancora il Mit deve perfezionare i decreti. Eppure il termine obbligatorio per conseguire il target Pnrr è il 31 marzo 2026. Certamente sono previsti termini stringenti su cui la Sicilia pagherà dazio a causa proprio di Musumeci che oggi da ministro si erge ad amministratore duro e puro, predicando bene ma razzolando malissimo”.