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Politica

Siccità, giunta pronta a dichiarare lo stato di calamità

di Redazione -





Stato di calamità per la siccità. Il governo regionale procederà, nella prossima seduta di giunta, alla declaratoria di calamità eccezionale per “siccità severa” con la possibilità di attivare l’intervento straordinario della Protezione civile per la salvaguardia del patrimonio zootecnico in modo da far fronte alla mancanza di foraggio e acqua. Questa è una delle prime novità che emerge dalla prima riunione operativa dell’unità di crisi sulla siccità, istituita dal presidente Renato Schifani. Un gruppo di lavoro straordinario che è presieduto da Luca Sammartino, assessore all’Agricoltura, che si è riunito alla presenza degli addetti ai lavori: Confagricoltura, Cia, Confcooperative, Legacoop. Le associazioni, insieme con i movimenti della protesta dei trattori, hanno chiesto attenzione alla politica europea, nazionale e regionale. Tra le parti è stato “Un incontro proficuo e operativo improntato all’ascolto e al confronto, nel corso del quale ho fatto il punto su alcune misure che introdurremo nei prossimi giorni” ha detto Sammartino. Misure “per mettere in sicurezza un comparto strategico per la nostra economia. Per farlo servono fondi. E per questo in Conferenza Stato-Regioni ho avanzato la richiesta di regionalizzare le risorse e la gestione del rischio climatico per la programmazione 2023-2027″. Per la questione siccità, la Regione ha una propria strategia, “La Sicilia c’è e farà la propria parte” aggiunge Sammartino, ma lancia un monito: “all’Unione Europea dobbiamo ricordare – aggiunge – che l’agricoltore non è nemico dell’ambiente, che la sostenibilità deve essere anche economica e sociale e che la neutralità climatica non può sacrificare la sicurezza e la sovranità alimentare, cioè il diritto dei popoli ad avere cibo sicuro in quantità e qualità. Ben venga la transizione ecologica, ma di concerto con gli agricoltori e non contro di loro. Alcune politiche ambientali comunitarie alla lunga possono ottenere esiti opposti, come pagare gli agricoltori per non coltivare i terreni, mentre andrebbe incentivata, al contrario, la coltivazione sostenibile dei suoli che potrebbe far aumentare la produzione alimentare e ridurre parallelamente le emissioni di gas serra”.