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Cronaca

Sequestrati dalla GdF beni per 6 milioni di euro alla ‘famiglia’ del Villaggio S. Rosalia

La ricostruzione si basa sulle indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo - GICO

di massimilianoadelfio -




A partire dall’alba di oggi, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica. Tale provvedimento è stato diretto contro otto soggetti accusati di far parte della famiglia mafiosa del Villaggio Santa Rosalia, sottounità di “Cosa nostra” appartenente al mandamento di Pagliarelli. Gli indagati sono anche sotto inchiesta per traffico di sostanze stupefacenti e trasferimento fraudolento di valori aggravati dalla finalità mafiosa.

La ricostruzione condotta dalla Procura della Repubblica-DDA

La ricostruzione si basa sulle indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo – GICO nell’ambito dell’operazione denominata “VILLAGGIO DI FAMIGLIA”. Questa operazione ha portato all’esecuzione di misure cautelari personali nei confronti di 33 individui il 27 giugno. Le indagini hanno rivelato l’esistenza di dinamiche criminali radicate e diffuse legate all’esercizio di un potente controllo economico del territorio nel quartiere Villaggio Santa Rosalia da parte della famiglia mafiosa omonima. Si ritiene che uno degli uomini d’onore più influenti all’interno di Cosa nostra palermitana guidi questa famiglia. Le attività investigative hanno evidenziato l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico legale attraverso diverse pratiche, tra cui il controllo delle postazioni per la vendita ambulante del pane, un monopolio nella fornitura di fiori in prossimità di aree cimiteriali, ingerenze negli affari immobiliari, e la gestione di aziende nel settore edile e del movimento terra.

Traffico strutturato di cocaina

Inoltre, è emerso che una delle figure apicali della famiglia del Villaggio Santa Rosalia avrebbe organizzato un traffico strutturato di cocaina dalla Calabria per rifornire le piazze di spaccio palermitane e del trapanese. L’operazione odierna è il risultato di un’attività sistematica di approfondimento economico-finanziario condotta dalle Fiamme gialle palermitane sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia. Gli accertamenti hanno dimostrato la sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e la loro capacità economica, portando il Tribunale a ritenere il patrimonio accumulato come frutto di attività illecite o del riciclo dei relativi proventi.

Disposta la confisca dei beni

Il Tribunale di Palermo ha quindi disposto il sequestro finalizzato alla confisca “per sproporzione” di numerosi beni, tra cui immobili, attività economiche, e veicoli, per un valore complessivo superiore a 6 milioni di euro. La Guardia di Finanza e l’Autorità Giudiziaria palermitana continuano il loro impegno per contrastare il patrimonio accumulato illecitamente dalle organizzazioni criminali, allo scopo di disarticolare in modo radicale le organizzazioni mafiose e preservare l’economia legale dalle infiltrazioni della criminalità. Si sottolinea che il provvedimento è stato emesso sulla base degli elementi probatori raccolti durante l’indagine preliminare, e quindi, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza degli indagati.