Sanità, l’altolà dei sindacati: “Ora basta serve agire”
Sanità, l’altolà dei sindacati: “Ora basta serve agire”-
Ancora in Sicilia c’è grande caos riguardo alle nomine dei dirigenti delle ASP e delle Aziende Ospedaliere. Le tensioni sono dovute principalmente alla distribuzione dei ruoli decisa dai partiti politici, con il presidente della Regione, Renato Schifani e l’assessora Giovanna Volo che però, pur essendo responsabile della delega, ha avuto poco peso nelle scelte effettuate.
Nella giornata di lunedì, a Palermo davanti al palazzo della Regione, si è svolta una protesta organizzata dal Forum sanità pubblica, durante la quale sono state posizionate diciotto sedie bianche di fronte alla sede della Regione, per contestare i criteri utilizzati per le nomine, assegnate “non per merito” ma per i soliti “favori” del mondo della politica.
I sindacati richiamano: la sanità è al collasso
Eppure, oltre alla questione nomine, il tema cruciale rimane quello della sanità, che è al collasso. Il problema, in particolar modo, è quello legato alla mancanza di personale medico, tanto che la Regione Sicilia ha dovuto ricorrere al reclutamento di medici stranieri: 16 ne sono arrivati sull’Isola, provenienti da Ucraina, Argentina, Cuba, Venezuela, Ecuador, Libia, Guinea. Il governatore Schifani lo aveva definito come “Solo l’inizio della strategia del mio governo” di ricorrere a medici dall’estero “per rimediare alla mancanza di personale sanitario, garantendo così il diritto alla salute ai siciliani”. Ora i medici dovranno partecipare a un corso di formazione linguistica della durata di un mese, dopodiché saranno assegnati alle aziende sanitarie dove c’è maggiore necessità di dirigenti medici. Secondo Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera, rispettivamente segretario generale della Cisl Sicilia e segretario generale della Cisl Fp Sicilia, la nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie del Servizio sanitario regionale è uno sviluppo positivo. “Occorre avviare al più presto l’attività di programmazione e amministrazione ordinaria e straordinaria delle strutture sanitarie avendo ben chiaro che il bene supremo delle politiche sanitarie consiste nella salute dei cittadini e nel benessere dei lavoratori”. Numerosi, dicono, sono i temi che non possono attendere: “I siciliani vogliono una buona medicina del territorio per cui non si può perdere neanche un euro dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per la costruzione di ospedali e case di comunità e centrali operative territoriali (Cot). Occorre- aggiungono Cappuccio e Montera- riorganizzare la rete ospedaliera, ridurre le liste d’attesa, completare le stabilizzazioni del personale precario, ex Covid e non solo, programmare le nuove assunzioni e lavorare intensamente per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei luoghi di lavoro”. La nomina dei vertici delle aziende sanitarie in Sicilia avrebbe dovuto riportare il sereno, anche se il caos è quello che sembra regnare ora. Le nomine ora, ormai decise dovrebbero andare a governare, in particolar modo, la programmazione di cui gli ospedali necessitano, perchè possano erogare ai cittadini servizi all’altezza della situazione, che al momento, secondo gli addetti ai lavori – ma anche secondo i cittadini – è molto precaria.