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Agrigento

Asp di Agrigento acquista dispositivi salvavita per pazienti talassemici

di Francesca Gallo -





Una difficile estate di interventi tampone per ovviare alle difficoltà nel reperire, nelle farmacie della provincia, dispositivi medici “salvavita” per pazienti talassemici, destinati al funzionamento delle pompe infusionali per la terapia ferrochelante (deferoxamina), dedicata al trattamento della malattia.
Per appianare totalmente la questione l’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento ha deciso di farsi carico dell’acquisto dei dispositivi da destinare gratuitamente all’utenza.
Il provvedimento, deliberato dai vertici aziendali con carattere d’urgenza, dispone l’acquisto di  6500 kit infusionali, 6500 filtri, 3300 siringhe da 20ml e 3300 siringhe da 30 ml. A copertura della fornitura, suddivisa in quattro lotti, un importo di oltre cinquantaduemila euro.

“L’acquisto in urgenza di dispositivi salvavita per pazienti talassemici  – commenta il direttore generale dell’ASP di Agrigento, Giuseppe Capodieci – permette di colmare un vuoto assistenziale dovuto alla mancata erogazione dei presidi da parte di diverse farmacie private del territorio provinciale, a seguito di disaccordi di natura economica con la Regione Siciliana. 

Nelle more che si chiariscano gli accordi tra farmacie private e Regione Siciliana – conclude il manager ASP – abbiamo, dunque, deciso di intervenire direttamente per tutelare appieno la salute e la serenità dei pazienti affetti da talassemia”.

In Sicilia sono circa 2.700 le persone affette da emoglobinopatie, di cui oltre 1.800 quelle che soffrono di beta-talassemia, una malattia genetica rara del sangue che in Italia fa registrare oltre 3 milioni di portatori sani. 

Nota anche come “anemia mediterranea”, è determinata dalla mutazione dei geni che controllano la produzione di una delle due proteine che costituiscono l’emoglobina, il mezzo di trasporto dell’ossigeno nel sangue. Nello specifico la beta talassemia (BT) è caratterizzata dal deficit (B+) o dall’assenza (B0) della sintesi delle catene della beta-globina che codificano per la proteina dell’emoglobina (Hb). La mutazione genetica causa una distruzione precoce dei globuli rossi, una minore presenza di emoglobina e quindi una scarsa ossigenazione di tessuti, organi e muscoli che porta stanchezza e scarsa crescita.

Lo scorso maggio, la Società Italiana Talassemie ed Emoglobinopatie (Site), nel corso di un incontro, a Palermo, insieme a clinici e istituzioni, ha fatto il punto sulla beta-talassemia in Sicilia, tra le Regioni del Sud Italia, dove si registra una maggiore incidenza, con l’8% della popolazione che risulta portatore sano. Si tratta di una condizione genetica con la quale oggi si può convivere, diventare adulti e anziani, grazie a cure sempre più efficaci, ma l’impatto che la patologia ha sulla qualità di vita dei soggetti che ne soffrono, costretti a dedicare molte ore alla terapia, agli spostamenti per le trasfusioni e alle visite di controllo, ha un peso notevole che influisce sulla quotidianità e sul benessere psicologico dei pazienti e dei loro cari.