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Ragusa, hotel scrive a una turista israeliana: “Se sostieni il governo su Gaza, cancella la prenotazione”

di Enzo Scarso -





Un episodio singolare scuote l’accoglienza turistica siciliana: un hotel di Ragusa ha scritto a una turista da Israele chiedendole di cancellare la prenotazione se favorevole alle politiche del governo Netanyahu sulla guerra a Gaza. La vicenda, riportata dai media internazionali, ha subito acceso il dibattito su quanto sia opportuno intrecciare turismo e politica estera.

La vicenda, riportata dal portale israeliano Ynet e confermata all’AGI dal titolare, ha coinvolto Yulia Sharitz, residente a Rishon LeZion, che aveva programmato una vacanza in Sicilia insieme al marito e a una coppia di amici per la fine di settembre.

L’email dell’hotel di Ragusa alla turista da Israele

Dopo aver prenotato diversi alberghi, la donna si è vista recapitare un messaggio insolito da parte della struttura ragusana:

“Se ritieni che il tuo governo stia agendo in modo appropriato, ti preghiamo di cancellare la prenotazione e di prenotare altrove. Ma se anche tu sei sconvolta dagli eventi degli ultimi anni, saremo lieti di darti il benvenuto per un piacevole soggiorno”.

Un testo che ha lasciato la turista “sorpresa e furiosa”: “Non mi era mai capitato nulla del genere – ha raccontato – Ho preferito annullare senza polemiche per non creare tensioni”.

La posizione del titolare dell’hotel di Ragusa

A chiarire la posizione della struttura è stato il titolare Andrea Leanza, che all’AGI ha spiegato:

“Non si tratta di razzismo ma di una presa di posizione contro ogni guerra. Condanniamo senza riserve l’attacco del 7 ottobre, ma siamo altrettanto sconvolti dalla reazione del governo israeliano e dalle sofferenze inflitte alla popolazione civile di Gaza. Non volevamo creare conflitti con i nostri ospiti, piuttosto evitarli. Se la signora ci avesse detto che non le interessa la politica o avesse preso le distanze dalla linea del governo, sarebbe stata accolta senza alcun problema”.

Tra turismo e politica: un caso che fa discutere

Il caso, che tocca temi delicatissimi come la libertà di opinione, l’etica dell’accoglienza turistica e il rapporto fra conflitti internazionali e ospitalità privata, rischia ora di trasformarsi in un precedente controverso, accendendo inevitabilmente il dibattito sull’opportunità – o meno – di mescolare politica estera e turismo.