Ponte Stretto: Usb, no alle opere inutili, a Messina in piazza il 10 agosto
“Usb aderisce e partecipa alla manifestazione di sabato 10 agosto a Messina per dire No al Ponte sullo Stretto. Quando più di un anno fa ormai Salvini rilanciò la realizzazione del Ponte, in molti pensarono si trattasse della sua ennesima boutade. E invece continuano a marciare spediti, nonostante tutte le criticità, i dubbi, le obiezioni di gran parte del mondo tecnico e scientifico e dello stesso ministero dell’Ambiente.
Lo fanno non grazie alla certezza di poter realizzare un’opera, ma con la forza dei numeri in Parlamento e dell’arroganza che li contraddistingue. Lo fanno votando un dl, quello Infrastrutture, che da una parte certifica come il Ponte non lo sappiano fare, ma che dall’altra gli consentirà comunque di aprire cantieri. E se a qualcuno viene in mente di protestare, ecco l’altro dl, quello Sicurezza, a introdurre nuove forme di reato con pene altissime per chi contesta le Grandi Opere. Tutto questo sottraendo risorse, come quelle del Fondo di Perequazione Infrastrutturale, a un Sud che pagherà pesantemente la scelta dell’Autonomia Differenziata”. E’ quanto si legge in una nota dell’Usb.
“Calabria e Sicilia – prosegue – sono in stato di emergenza a causa della grave siccità, mentre l’acqua si perde nelle reti idriche colabrodo, le loro montagne bruciano ma non ci sono più risorse umane ed economiche capaci di fronteggiare gli incendi. Servono strade, scuole, ospedali, servono investimenti seri per bonificare i territori avvelenati da decenni di sversamenti incontrollati per colpa delle mafie e delle grandi industrie, serve pensare a lavoro vero e sostenibile per fronteggiare la piaga dell’emigrazione giovanile. Ma ancora ci parlano di Ponte”.
“Per tutto questo – conclude la nota Usb – rilanciamo l’appello a manifestare il 10 agosto: l’appuntamento è alle 16.30 alla stazione FF.SS. di Villa San Giovanni per chi arriva dal ‘continente’ e alle 18.30 in piazza Cairoli a Messina per gridare forte la nostra opposizione al Ponte e parlare di un altro modello di sviluppo per il Sud”.