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Agricoltura

Parte il piano “Marshall” mentre si bloccano i lavori per canalizzare il Simeto

di Redazione -





di CLAUDIA MARI – Parte il piano “Marshall” mentre si bloccano i lavori per canalizzare il Simeto

In Sicilia, la situazione idrica è critica e questo non lo scopriamo oggi: da mesi e mesi grandi porzioni di territorio isolano sono a secco. La diga Fanaco è quasi completamente prosciugata, con riserve d’acqua sufficienti solo per altri due mesi di restrizioni; e ancora, gli agricoltori nell’Agrigentino competono per le risorse idriche della diga Castello, mentre gli allevatori nel Nisseno rischiano di dover abbattere il bestiame a causa della scarsità d’acqua. Tutto accompagnato dalla preoccupazione per le reti idriche obsolete e la necessità di garantire che le colture, tra cui gli agrumi, superino l’estate.
Per questo motivo la Regione Siciliana – dopo la dichiarazione dello stato di emergenza locale e la “conferma” arrivata anche dal governo, con lo stato di emergenza nazionale – ha messo in atto un piano ambizioso denominato “Marshall”, non a caso, con un investimento complessivo di 340 milioni di euro, cui si aggiungono i fondi forniti dal commissario nazionale per l’emergenza idrica, Nicola Dell’Acqua.
Questo piano “Marshall” prevede una serie di interventi mirati, che spaziano in ogni ambito relativo alla rete idrica, e vanno dalla manutenzione delle condutture agli impianti di sollevamento, fino al miglioramento delle dighe.
Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha confermato che questi interventi per il piano “Marshall” sono già in corso e che sono stati pianificati ulteriori lavori per un valore di oltre 200 milioni di euro, da includere nel nuovo Fondo di Sviluppo e Coesione in fase di definizione con il governo nazionale.
Il problema delle perdite d’acqua nelle condutture irrigue è stato affrontato attraverso la sostituzione di tratti di rete e la manutenzione degli impianti. Inoltre, sono stati finanziati numerosi altri interventi, tra cui la modernizzazione delle reti irrigue in varie zone della Sicilia, come nel Messinese e nel Trapanese. Questi sforzi, fa sapere il governatore siciliano, dimostrano un impegno significativo da parte della Regione Siciliana nel fronteggiare l’emergenza idrica e nell’assicurare un uso sostenibile delle risorse idriche per l’agricoltura e per le esigenze della popolazione. Il governatore conta “di potere ottenere a breve anche il via libera al Piano di interventi per la sicurezza del settore idrico già presentati al ministero delle Infrastrutture: 27 opere per 830 milioni di euro che il commissario nazionale Dell’Acqua ha già collocato tra quelle prioritarie. Un grande programma da oltre un miliardo e 300 milioni di euro, come mai, forse, si era visto in Sicilia”.
Ma non è tutto oro quello che luccica. Perché mentre si parla di progetti, interventi e lavori per combattere la siccità, saltano i lavori per canalizzare il Simeto, mettendo in ballo il futuro di migliaia di agricoltori e allevatori della Piana di Catania. Dietro lo stop si cela un’anomalia nella cabina di regia ha impedito l’avvio degli interventi che avrebbero permesso di convogliare 600 litri di acqua al secondo. E così, il progetto di convogliare acqua nella rete del Consorzio di bonifica 9 della Piana di Catania, per sostenere le aziende agricole e zootecniche del Catanese, è stato rimandato a causa di questioni burocratiche.
Uno dei primi interventi proposti era la canalizzazione temporanea delle acque del fiume, sotto la traversa di Ponte Barca, dove si verificano perdite nelle paratie da quasi un decennio. I lavori avrebbero dovuto essere rapidi, completati in soli tre giorni e senza impatti ambientali significativi, secondo quanto dichiarato dalla Regione.
Tuttavia, i lavori non sono mai iniziati a causa di problemi burocratici legati alla mancanza delle autorizzazioni necessarie. La cabina di regia sembra essere incompleta, poiché mancano alcuni attori chiave e, in particolare, l’approvazione della Soprintendenza di Catania a causa delle restrizioni ambientali dell’area.
Ulteriori complicazioni sono state sollevate da Legambiente Sicilia e Lipu, che hanno evidenziato la necessità di proteggere l’area di Ponte Barca, nota per la sua ricchezza naturalistica e la presenza di numerose specie di uccelli. Le associazioni hanno inviato una diffida al Consorzio di Bonifica 9, sottolineando che i lavori non possono iniziare senza le adeguate valutazioni ambientali e il ripristino delle paratie della traversa per garantire un livello idrico idoneo per la zona umida di Ponte Barca.
Nel frattempo, il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, si incontrerà con i vertici di Confagricoltura catanese per discutere della crisi agricola e della siccità nell’area metropolitana di Catania.