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Palermo, il M5S attacca Lagalla: “Dopo Schifani rompa anche lui con la Dc di Cuffaro”

di Bianca Giunta -





Dopo la decisione del presidente della Regione, Renato Schifani, di estromettere la Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro dalla Giunta regionale, si accende il dibattito politico anche a Palermo. Il Movimento 5 Stelle punta il dito contro il sindaco Roberto Lagalla, chiedendogli di seguire la stessa linea di “discontinuità morale e politica”.

A sollevare il caso sono i consiglieri comunali pentastellati Concetta Amella, Giuseppe Miceli e Antonino Randazzo, che in una nota affermano: “Dopo le indagini che coinvolgono Totò Cuffaro e la Nuova Democrazia Cristiana, Schifani ha deciso di interrompere ogni rapporto in Giunta con il partito. E il sindaco Lagalla cosa aspetta a fare lo stesso? Nella sua amministrazione siede ancora un assessore della Dc: una scelta oggi politicamente e moralmente insostenibile”.

Il riferimento è al legame tra il primo cittadino e Cuffaro, del quale Lagalla fu assessore alla Sanità tra il 2006 e il 2008. Un passato che, secondo i consiglieri M5S, rende la sua posizione ancora più delicata.

“Da Lagalla non ci aspettiamo né coerenza né coraggio morale – aggiungono –. Continua a fare il sindaco-spettatore di una città allo sbando, mentre nelle retrovie si preoccupa solo di blindare accordi politici con Lombardo e Miccichè”.

Parole dure, che dipingono un’amministrazione comunale “piegata ai giochi di potere” e incapace, secondo i grillini, “di dare risposte ai cittadini e affrontare i problemi reali di Palermo”.

La città merita un sindaco, non un mediatore di spartizioni politiche”, concludono, alzando il tono del confronto in un momento già delicato per gli equilibri politici tra Regione e Comune.