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Cronaca

Naufragio al largo di Lampedusa: morta una diciottenne

di Redazione -





La notte tra il 3 e il 4 aprile la Guardia Costiera di Lampedusa ha soccorso 45 migranti e rinvenuto il corpo senza vita di una ragazza di diciotto anni originaria del Gambia dopo il naufragio di un barchino di ferro e avvenuto 33 miglia a sud-ovest di Lampedusa, in area Sar Maltesi.
A mobilitarsi per salvare i migranti sono stati i militari della motovedetta Cp274 che hanno poi portato i superstiti e il cadavere al molo Favarolo.
Non risultano dispersi.
A identificare il cadavere della ragazza sono state le cugine ancora sotto shock – di 19 e 18 anni – con le quali viaggiava.
Il pubblico ministero di Agrigento ha ordinato un’autopsia sul corpo della diciottenne, che verrà effettuata a breve presso la camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana a Lampedusa, dove il corpo è stato trasportato.
Questo esame mira a confermare che la causa del decesso sia stato l’annegamento.
Al momento, i 45 sopravvissuti, che sono stati tutti tratti in salvo, sono in fase di interrogatorio da parte degli agenti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento.
Durante questi colloqui, hanno confermato che non manca nessuno dall’appello iniziale. Nella notte precedente l’incidente, altri 45 migranti erano già arrivati a Lampedusa, intercettati da una motovedetta della Guardia di Finanza mentre viaggiavano su un gommone lungo 8 metri partito da Sfax, Tunisia, con a bordo anche 8 donne e 2 minori, principalmente provenienti dal Sudan e dalla Guinea Conakry . Questo nutrito gruppo ha riferito di aver pagato 1.500 dinari tunisini ciascuno per la traversata.
Il 3 aprile, l’isola ha registrato 12 sbarchi con oltre 500 migranti provenienti da una varietà di Paesi tra cui Burkina Faso, Camerun, Guinea, Gambia, Mali, Nigeria, Costa d’Avorio, Ciad e Somalia, incrementando notevolmente la popolazione dell’hotspot locale che il 4 aprile contava 980 ospiti.
Per far fronte al sovraffollamento, 40 minori non accompagnati e altre 200 persone sono stati trasferiti a Porto Empedocle tramite il traghetto Sansovino, grazie a un’iniziativa coordinata dalla prefettura di Agrigento e il Viminale. Nel frattempo, altre 36 persone, tutte tunisine, sono state fermate dopo che la loro imbarcazione è approdata a Cala Pulcino.