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Cronaca

Mico Geraci Scoperti 25 anni dopo i mandanti dell’assassinio

di Marco Gullà -





Dopo venticinque lunghi anni, hanno un nome i mandanti dell’omicidio del sindacalista siciliano della Uil Mico Geraci, ucciso con una raffica di colpi sparati da un fucile a pompa, l’8 ottobre del 1998 a Caccamo, davanti al figlio e alla moglie. Due decenni e mezzo per arrivare alla verità. I carabinieri, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, hanno notificato in carcere un’ordinanza di custodia cautelare ai boss, Pietro e Salvatore Rinella.
I due mafiosi di Trabia fecero “una cortesia” a Bernardo Provenzano. Secondo la ricostruzione della Procura i mafiosi di Caccamo chiesero a Provenzano di sbarazzarsi del sindacalista della Uil e politico che ostacolava gli interessi di Cosa Nostra: dalle concessioni edilizie ai contributi agricoli, dal piano regolatore alla distribuzione dell’acqua.
Geraci stava per candidarsi a sindaco – dopo avere lasciato la Dc ed essersi avvicinato a Francesco Dolce e Beppe Lumia dell’Ulivo -, la sua elezione veniva bollata come un rischio per l’organizzazione criminale che fino ad allora aveva controllato la macchina comunale.
Così Provenzano diede l’ordine di ucciderlo, scavalcando il capo mandamento di Caccamo Nino Giuffrè che invece si era opposto ad un gesto tanto eclatante. Non fu ascoltato. Provenzano chiese ai boss Rinella, suoi fedelissimi, di trovare due killer individuati in Filippo Lo Coco e Antonino Canu.
Furono loro ad attendere che Geraci rientrasse a casa, di sera, per sparargli sei colpi di fucile. Lo fecero davanti la moglie e al figlio diciassettenne. Senza pietà. Qualche anno dopo Lo Coco e Canu furono anche loro assassinati. I due killer erano considerati due cani sciolti.
“È una giornata importantissima perché viene riconosciuto l’impegno antimafia e viene irrobustita la matrice mafiosa dell’omicidio e che la circostanza dell’omicidio sia riconducibile all’impegno di mio padre” ha detto il figlio di Mico Geraci, Giuseppe.
“Ci costituiremo parte civile – prosegue Mico Geraci che è anche avvocato – ma sono tutti aspetti che valuteremo con il nostro legale. Comprenderete che sono momenti molto toccanti per noi. È una notizia davvero importante”.
Geraci, 25 anni dopo.
Una verità ricercata da familiari, cittadini e istituzioni: “I nomi dei mandanti e degli esecutori dell’omicidio di Mico Geraci segnano il passo a tanti anni di sofferenza e di amarezza, lasciando spazio al trionfo dello Stato sulla mafia – ha invece detto il sindaco di Caccamo Franco Fiore – la comunità di Caccamo sempre vicina alla famiglia Geraci, gioisce per l’operazione condotta dagli inquirenti e dalle forze dell’ordine.
Adesso la giustizia faccia il suo corso”.