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Messina Denaro: donna vicina al boss condannata a 11 anni di carcere

di Redazione -





Laura Bonafede, la maestra di Campobello di Mazara (Trapani), ritenuta l’amante del boss mafioso Matteo Messina Denaro, è stata condannata dal gup del tribunale di Palermo Paolo Magro a undici anni e 4 mesi di carcere.
La donna era accusata di avere aiutato il capomafia durante la sua latitanza. In un primo momento era stata accusata di favoreggiamento poi l’accusa è diventata associazione mafiosa. Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio 2023 dopo una latitanza 30ennale è morto dopo pochi mesi per un cancro al colon. L’accusa era rappresentata in aula dai pm Gianluca De Leo e Pierangelo Padova.

“Io non ho mai convissuto con Matteo Messina Denaro e non ho mai fatto parte di nessuna associazione mafiosa. L’ultima volta ho visto Messina Denaro nel 2013 e da allora non ci siamo più visti”. Laura Bonafede ha raccontato al gup della “vita difficile” vissuta dopo l’arresto del marito, condannato all’ergastolo. E ha spiegato di avere conosciuto Messina denaro quando erano ancora ragazzini.

“E’ stato un errore fare conoscere Matteo Messina Denaro a mia figlia”. Laura Bonafede confessa di essersi pentita di avere fatto conoscere la figlia Martina, anche lei indagata, al boss latitante. “Mi aveva chiesto che voleva conoscere mia figlia – racconta – quella bambina che aveva conosciuto tanti anni prima, e io ho fatto questo errore, perché lo reputo adesso un errore, sono uscita con mia figlia non dicendole niente chiaramente, dove dovevamo andare, dove non dovevamo andare, stessa modalità, ho lasciato la macchina in una strada di Campobello e poi sono salita nella sua con Martina, lì ho detto a Martina che lui era un amico del nonno e le ho detto che era anche un amico di papà. Che era stato al Pagliarelli con papà e che adesso si trovava in una situazione particolare perché lo volevano arrestare un’altra volta ma che mi aveva chiesto di conoscerla, di rivederla, perché l’aveva vista in carcere quindi quando era piccola e la voleva rivedere, ho raccontato questa bugia a mia figlia. Martina si fidava con me ed è venuta”.