Ars, stop al maxi emendamento: nuove regole per i fondi ai territori
L’Assemblea regionale siciliana (Ars) cambia passo: il maxi emendamento, strumento spesso utilizzato per convogliare in extremis risorse verso territori e collegi elettorali, non sarà più adottato nella prossima manovra finanziaria. Al suo posto, i deputati dovranno presentare le proprie proposte in maniera trasparente e nominativa, mettendo così fine all’anonimato che caratterizzava il vecchio sistema.
Addio al “calderone” dell’ultimo minuto
Il maxi emendamento era diventato, negli anni, il contenitore in cui far confluire richieste e iniziative di varia natura, con una gestione poco chiara delle risorse. Stavolta, però, la commissione Bilancio dell’Ars, impegnata nella definizione della manovra-quater, ha scelto un percorso diverso.
La decisione è arrivata su impulso dell’opposizione, e in particolare di Nuccio Di Paola, vicepresidente vicario di Sala d’Ercole e coordinatore regionale del M5S. Nella recente conferenza dei capigruppo, infatti, si è raggiunto un accordo di massima: ogni deputato dovrà presentare e firmare i propri emendamenti, assumendosene la responsabilità politica.
Un ritorno al passato
«Non torniamo certo alla Tabella H, ma a un metodo già sperimentato nella scorsa legislatura» ha spiegato Di Paola. In quel periodo, ogni proposta veniva discussa e votata singolarmente, senza scorciatoie procedurali.
Questa scelta segna un ritorno a maggiore chiarezza: le iniziative saranno visibili fin dalla fase di commissione e, su richiesta del vicepresidente M5S, i lavori saranno registrati. In questo modo i cittadini siciliani potranno conoscere chi presenta un emendamento e con quali obiettivi.
Fondi in gioco: 35 milioni di euro
La manovra autunnale, al momento, prevede circa 35 milioni di euro da distribuire. Non ci saranno quote preassegnate ai partiti: ogni proposta dovrà essere valutata nel merito e approvata alla luce del sole.
Una svolta per la trasparenza
L’addio al maxi emendamento rappresenta quindi una svolta significativa nella gestione dei fondi da parte dell’Ars destinati ai territori. Con il nuovo metodo, le risorse pubbliche saranno allocate in modo più trasparente e tracciabile, riducendo il rischio di interventi “a pioggia” e restituendo ai cittadini maggiore chiarezza sul lavoro parlamentare.
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