Maltrattamenti a anziano disabile: arrestata badante
Schiaffi e pugni contro l’anziano disabile di cui avrebbe dovuto prendersi cura.
Finisce in carcere una badante agrigentina con l’accusa di maltrattamenti aggravati. Ad incastrarla, le intercettazioni audio-video immediatamente avviate in seguito alla denuncia presentata dai familiari dell’uomo.
L’indagine ha preso il via nei giorni scorsi quando si sono presentati alla squadra mobile di Agrigento i figli dell’anziano, insospettiti e preoccupati dei maltrattamenti subiti dall’anziano padre.
Affetto da demenza senile e non più in grado di deambulare, l’uomo, pensionato, di Agrigento, era stato affidato alle cure di una badante, una donna del luogo che doveva prestargli assistenza.
Da qualche tempo, però, sul corpo dell’anziano erano spuntati vistosi lividi. Circostanza che ha fatto insospettire i familiari dell’uomo, assistito anche da un’altra badante che aveva avanzato sospetti nei confronti della collega.
I poliziotti della squadra mobile, autorizzati dalla Procura di Agrigento, hanno avviato, con carattere d’urgenza, l’attività tecnica di intercettazione audio/video all’interno dell’abitazione dell’anziano, riuscendo, così, a riscontrare che la badante era solita percuotere, ripetutamente, l’anziano, strattonandolo con forza, graffiandolo e sferrandogli schiaffi e pugni alla testa, al volto e in altre parti del corpo.
Stando all’inchiesta, l’anziano sarebbe stato sottoposto a ripetuti maltrattamenti, anche verbali, subendo continue sofferenze ed umiliazioni. Dalle video intercettazioni è emerso che l’anziano veniva spesso ingiuriato e intimorito, costretto a dormire anche quando non voleva, e schernito per le sue continue grida di dolore e i lamenti. Le intercettazioni video hanno permesso di accertare anche che all’anziano venivano somministrati farmaci in gocce, diluite in bicchieri di acqua che l’uomo era costretto a bere.
La donna, indagata per le ipotesi di reato di maltrattamenti aggravati, è stata arrestata dai poliziotti della squadra mobile, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal tribunale di Agrigento.
L’episodio ci riporta alla memoria un altro caso di badanti senza scrupoli che nel 2020 portò all’omicidio di Michelangelo Marchese, ottantanovenne di Palma di Montechiaro. L’anziano, la notte fra l’11 e il 12 luglio, venne immobilizzato con del nastro adesivo e strangolato nella sua abitazione da dove sarebbero stati portati via i pochi risparmi e l’auto che teneva posteggiata per strada. A distanza di alcuni mesi dall’omicidio veniva fermata Dana Mihaela Nicoleta Chita, 26 anni, romena, assunta dall’anziano come badante. L’uomo non solo l’aveva ingaggiata, ma le aveva promesso che l’avrebbe sposata lasciandole l’eredità.
A distanza di 4 anni, lo scorso maggio, per la badante romena la condanna definitiva a 23 anni di reclusione.