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Attualità

Mafia, confische da 26 milioni tra ville e concessionarie

di Marco Gullà -





Un impero costruito grazie anche alla mafia. Non ci sono dubbi per la Dda che ha confiscato beni per 26 milioni di euro a Rosario Castello, 72 anni, imprenditore del settore auto di lusso a Palermo, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. In particolare, in qualità di imprenditore nel settore del commercio autovetture, ha fornito un fattivo contributo al mantenimento ed al consolidamento dell’organizzazione criminale procacciando sistematicamente autovetture “pulite” destinate all’utilizzo da parte di alcuni latitanti, tra i quali gli esponenti del mandamento mafioso di Brancaccio Lorenzo Tinnirello e Cristofaro Cannella. Castello avrebbe messo a disposizione luoghi sicuri dove poter organizzare “riunioni riservate” tra uomini d’onore e svolgendo anche la funzione di prestanome per le famiglie mafiose di Corso dei Mille e di Brancaccio, per conto delle quali ha investito denaro proveniente dall’uomo d’onore Antonino Spadaro. Una scalata ottenuta quindi in collaborazione con Cosa nostra per l’imprenditore Castello. Fanno parte dei beni sequestrati la Castello Immobiliare srl di via Terrasanta, la Zeuscar di via Messina Marine, la New Zeuscar di viale Regione Siciliana (oggi prosegue l’attività in amministrazione giudiziaria), due ville a Poggio Ridente, tre fabbricati commerciali nelle vie Pomara, Giulio Cesare e Walter Tobagi a Villabate, un fabbricato commerciale in viale Regione Siciliana a Palermo, quindici rapporti bancari e finanziari. La Guardia di Finanza, ha inoltre rilevato “un’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati e le numerose acquisizioni patrimoniali e societarie effettuate nel tempo dal complessivo nucleo familiare di Castello”. Secondo i finanzieri, “le disponibilità economiche accertate non erano idonee a consentire la realizzazione degli investimenti, tanto da fare supporre che il gruppo imprenditoriale sia stato finanziato, almeno in parte, con proventi derivanti dall’attività delittuosa”. Dieci anni fa, nel dicembre 2014, il Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Palermo aveva già sequestrato a Rosario Castello il suo patrimonio, comprese le ville di Città Giardino, una serie di fabbricati fra il capoluogo, Villabate, Misilmeri e Altavilla Milicia. E poi conti bancari e buoni fruttiferi per 800mila euro, mentre a Villabate, paese di origine con cui ha sempre mantenuto un legame, aveva acquistato la fabbrica di un ex pastificio ed era proprietario di un locale che ospita un grande supermercato. A distanza di anni, una nuova confisca definitiva per il “re delle auto di lusso”.