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Salute

L’Isola e la donazione delle cornee. Obiettivo: una banca dell’occhio

di Alessandro Fragalà -





La Sicilia e la donazione delle cornee: verso una banca dell’occhio

È una questione di generosità e dunque una questione culturale. Quello delle donazioni degli organi o dei tessuti è argomento difficile, anzi addirittura complesso. Qualcosa è cambiato negli ultimi anni, ma c’è ancora molto da fare soprattutto in Sicilia. C’è da combattere con le tradizioni popolari e con un’educazione culturale che, nel passato, non accettava e non metteva in conto questa possibilità. Come detto, però, qualcosa sta cambiando. I numeri relativi alle donazioni stanno migliorando notevolmente, sia per quanto riguarda la volontà espressa da chi lascia questo mondo, sia per le decisioni prese dalle famiglie in caso di morte di un congiunto. In generale in Italia, già da qualche tempo, siamo riusciti ad avvicinare i livelli europei: in Sicilia ancora no. E qui torniamo al concetto iniziale: è una questione di generosità e di coscienza. E per smuovere le coscienze c’è bisogno di informazione, c’è bisogno di un dibattito. In questo senso qualche giorno fa a Caltagirone il dibattito in questione c’è stato, ed è stato molto proficuo. In un congresso che si è svolto a Palazzo Libertini, infatti, si è discusso di donazione e trapianto di cornea. “Avevamo voglia di stimolare questo dibattito in Sicilia – ci spiega il responsabile scientifico del congresso e responsabile dell’UOC di Oculistica di Caltagirone Salvo Sileci – Qui, infatti, abbiamo numeri ancora troppo bassi di donazione rispetto al resto d’Italia e siamo costretti a rivolgerci alle banche di altre regioni, come quella di Mestre. Proprio per questo abbiamo voluto stimolare la sensibilità degli operatori sanitari, perché sono tutti coinvolti nel trapianto. La cornea non è qualcosa che si costruisce in laboratorio o che si può comprare: serve un atto di generosità. Anche per questo tra i nostri relatori ci sono stati importanti rappresentanti ecclesiastici”. La banca a cui Sileci si riferisce è la banca dell’occhio di Mestre ed è il centro nevralgico che serve a gestire i trapianti di tessuti da chi ha deciso di donare a chi ha necessità di ricevere. In sostanza si tratta del ponte tra la donazione e il trapianto, fondamentale perché per arrivarci servono tutta una serie di attività propedeutiche.

Donazione cornee: la situazione in Sicilia

E se la banca veneta si è stabilizzata ai primi posti in Europa, che situazione si riscontra in Sicilia? A delinearci il quadro della situazione è proprio Sileci: “C’è molto da fare in Sicilia e dobbiamo intraprendere un percorso, ma dobbiamo farlo senza sprecare risorse. Dobbiamo partire dal basso. C’è chi consiglia di aprire la banca così come in Veneto: io penso che per adesso questo non serva. Bisogna invece creare una rete che consenta le donazioni, i prelievi di cornea. Cresciamo e quando avremo un numero sufficiente di tessuti, potremo creare la nostra banca e magari farla diventare importante come quella di Mestre”. La ricetta, e non è un caso quando si parla di medicina, è chiarissima: dobbiamo crescere culturalmente. “Il tema della donazione – spiega Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo emerito di Monreale – è fondamentale per la chiesa, ma penso che sia fondamentale per tutti perché ogni uomo e ogni donna è in relazione con gli altri e quindi deve contribuire al bene comune delle altre persone e la donazione è certamente un modo nobile di contribuire alla salute degli altri. La donazione degli organi come anche dei tessuti come le cornee. La donazione deriva dall’esperienza cristiana perché Gesù che ha donato la sua vita per noi. Quindi è importante che la cultura della donazione si diffonda soprattutto nelle nuove generazioni e che si diffonda anche in Sicilia e in tutto il sud”. Come spiegato da diversi esperti durante i lavori del congresso, infatti, c’è ancora una certa resistenza: sia nel donare che addirittura nel ricevere. Sembra assurdo, ma ancora qualcuno ha paura che gli organi o i tessuti, come in questo caso, ricevuti da qualcun altro possano creare problemi o, addirittura, aumentare le problematiche iniziali. Anche in questo caso la ricetta è una ed una sola: l’informazione. Solo così potranno essere superate certe barriere.