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Cultura

La scoperta a Trapani: trovato un frammento del Corano

di Roberto Gelsomino -





Un raro frammento del Corano è stato scoperto all’Archivio diocesano di Trapani. Si tratta di un reperto databile tra il nono e il decimo secolo d.C., all’epoca della dominazione araba in Sicilia. “Il foglio contiene alcuni versetti della sura/capitolo delle Api (Corano XVI: 8-11) e si tratta di una delle più antiche testimonianze manoscritte del libro sacro dell’Islam presenti in Sicilia, invero alquanto rare, che si aggiunge al Corano di Palermo”. Le parole sono di Giuseppe Mandalà, professore ordinario di Storia dei Paesi Islamici all’Università Statale di Milano.

È stato lui a spiegare radice e storia di questo foglio di pergamena, reperito nel 2010 in una legatura adesso conservata all’Archivio Diocesano di Trapani. Reperimento avvenuto in occasione del riordino scientifico dagli archivisti della diocesi siciliana e che avvenne nell’ambito del progetto di ricerca che ha coinvolto studiosi proprio della Università Statale di Milano ma anche dell’Archivio Diocesano e del Museo San Rocco di Trapani. Già dal 2011, in occasione della riapertura al pubblico dell’Archivio, si era tentato di saperne di più, ma uno studio più approfondito è stato possibile solo a partire dal 2021. Paolo Barresi dell’Università Kore di Enna e Michele Giacalone, presidente dell’Associazione Amici del Museo San Rocco, due anni fa hanno invitato a Trapani Mandalà per esaminare il reperto e l’esame paleografico della scrittura in caratteri cufici, lo stile e le caratteristiche generali, insieme all’individuazione del contenuto hanno consentito di identificarlo come frammento di Corano databile tra IX e X secolo dopo Cristo, attribuibile all’epoca araba di Sicilia.

Mandalà è specialista in storia intellettuale e trasmissione culturale dei testi arabi, greci ed ebraici. 20 anni fa, la laurea all’Università di Palermo e 5 anni dopo un dottorato di ricerca a Firenze. Un’importante esperienza all’estero, nel Regno Unito, in Francia e in Spagna. Ha al suo attivo parecchie pubblicazioni in particolare sulla Sicilia e la geografia arabo-islamica, con particolare riguardo verso il periodo islamico e normanno-svevo in Sicilia. Campioni di pergamena prelevati dal frammento, sottoposti ad analisi scientifiche nei laboratori specializzati in analisi genetiche dell’Università di Cambridge, ne hanno confermato la natura di pelle di pecora.