La lunga notte della Patrona fra riti e fuochi
Conclusa la lunga notte (quella passata tra domenica 4 e lunedì 5 febbraio) della Santa di Catania, si è celebrata ieri la giornata conclusiva dei festeggiamenti in onore della Patrona della città.
Dopo il giro esterno che è stato definito “infinito”, il fercolo è arrivato in piazza Duomo alle ore 7,50 di lunedì. Un orario che segna un notevole ritardo nel rientro della Santa in duomo, rientro segnato dalla calma della processione di ieri, visto che durante la spettacolare salita dei Cappuccini, l’orologio già segnava le ore 22.
Ieri, il rientro è avvenuto quindi a mattinata ormai chiara e ha dato il via alle celebrazioni conclusive.
Ieri mattina, come da tradizione, è stato celebrato il solenne pontificale, che è stato presieduto dal cardinale Marcello Semeraro – prefetto del dicastero delle cause dei Santi – alla presenza dell’arcivescovo monsignor. Luigi Renna.
Proprio l’arcivescovo, dopo il “rimprovero” di ieri pomeriggio a causa del copioso ritardo durante il giro esterno, è tornato a richiamare devoti e fedeli e questa volta lo ha fatto in maniera preventiva.
Dal pulpito della Cattedrale, poco prima che avvenisse l’uscita del fercolo per l’inizio della processione, Renna ha raccomandato a chi tira il cordone di far sì che il suggestivo momento del canto delle Suore Benedettine “avvenga alle prime luci dell’alba”, come solitamente avveniva prima che la processione dilatasse ogni anno i propri tempi.
Una richiesta quella del monsignore, accolta dall’applauso della folla. “Dobbiamo impegnarci tutti – ha detto – loro si impegnano tanto. Ieri qualcuno ha interpretato male il mio rimprovero. Tutti vogliono stare accanto al cordone ma non tutti conoscono i tempi. La devozione è pregare e non solo stare accanto al cordone”.
La solenne celebrazione dell’Arcivescovo era stata aperta dal corteo degli arcivescovi e dei vescovi di Sicilia, dei canonici, del clero e del Seminario, che si è mosso dal palazzo arcivescovile fino alla cattedrale. Lì, nel pomeriggio, si è celebrata la messa presieduta da monsignor Giuseppe Marciante (vescovo di Cefalù). Messa che ha preceduto la lunga notte del “giro interno”. Alle ore 17.29 il Fercolo di Sant’Agata è uscito dalla Cattedrale, dando inizio così alla seconda parte della processione, il giro interno, che vede le reliquie della Santa attraversare il centro di Catania.
Da via Etnea, attraversando piazza Università. Poi, via Caronda per dirigersi verso piazza Cavour. Nella piazza, lo spettacolo pirotecnico al “Borgo” e poi la lunga discesa fino ai “Quattro Canti”.
Di seguito, la “salita di Sangiuliano” che, come ogni anno, rappresenta uno dei momenti più attesi dai fedeli insieme al canto delle monache di clausura di San Benedetto. Da qui il passaggio al monumento in onore del cardinale Dusmet in piazza San Francesco D’Assisi, per poi spostarsi lungo via Garibaldi fino al ritorno in Cattedrale che chiude la lunga notte.
Si chiudono così tre giorni intensi e di festeggiamenti, con una grandissima adesione da parte di fedeli e devoti, ma anche un grande senso di comunità che conferma la festa di Sant’Agata come un unicum.