“Il berretto a sonagli”: Prima mondiale al Teatro Massimo Bellini
In prima mondiale il Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania, dopo il trionfo di “Turandot” e “Lago dei Cigni”, si appresta a inaugurare un’innovativa stagione lirica con il dittico “La Lupa” e “Il Berretto a Sonagli”, in scena dall’1 al 9 marzo. Queste opere, dirette da Davide Livermore con la composizione di Marco Tutino, segnano un ponte tra tradizione e innovazione nel panorama del teatro musicale italiano. Il dittico offre un’interpretazione contemporanea di temi sociali pregnanti come il rifiuto dell’omertà mafiosa, il coraggio della denuncia e la condizione femminile. “Dalla tradizione passiamo all’innovazione”, afferma Giovanni Cultrera, sovrintendente del Teatro Massimo Bellini, sottolineando l’omaggio reso a due illustri autori siciliani, Giovanni Verga e Luigi Pirandello, attraverso opere che toccano questioni di stretta attualità come la violenza sulle donne. “È un onore poter contribuire a posizionare il Vincenzo Bellini tra le eccellenze del teatro musicale italiano”, ha dichiarato il direttore artistico Fabrizio Maria Carminati. Alla conferenza stampa presente anche il sindaco di Catania, Enrico Trantino, che ha lodato la prima mondiale delle due opere per il forte messaggio etico e civile. L’opera si pone come un deciso rifiuto di ogni sopruso e illegalità. Livermore, parlando della sua regia, ha messo in luce l’intento di favorire un dialogo intenso tra narrazione e musica: “Si asciugano le parole e nella struttura viene privilegiato il rapporto con la musica. Questo teatro di così grande livello merita un’operazione così speciale che anche una sorta di omaggio alla potenza letteraria della Sicilia”. Quanto al ruolo di Ciampa nel Berretto a sonagli da una parte e della Lupa, cosa vogliono rappresentare oggi? “C’è una sorta di trasposizione di Ciampa come capo mafioso di zona che fa cambiare completamente quello che è il rapporto tra tutti personaggi e soprattutto dà all’azione finale alla grande aria e all’azione teatrale di Beatrice una valenza profondamente diversa perché viene fuori una donna che ha il vero coraggio di prendere una posizione all’interno della sua vita e nella società. Quanto alla Lupa bisogna raccontare una verità piena di pietà, perché non ci troviamo di fronte ad una mangiatrice di uomini ma ad una persona che evidentemente ha questa attitudine che non nasce nel nulla ma da un trauma, probabilmente da una vita molto difficile, da una mancanza d’amore e noi dobbiamo saper raccontare queste cose e raccontare il vero problema che sta invece nell’uomo. Il vero problema ce l’ha Nanni il vero problema ce l’hanno quelle persone che vedendo una donna ubriaca piuttosto che accompagnarla a casa dandole una carezza morale non fisica, abusano! Il problema è di questa umanità maschile che deve veramente morire”. Il teatro ha dunque anche una funzione sociale? “L’arte deve poter creare uno specchio straordinario con la nostra contemporaneità, è lo strumento attraverso cui possiamo amplificare e focalizzare le istanze della contemporaneità che cambiano nel tempo ed è per questo che è fondamentale raccontare delle storie non di pontificare ma raccontare l’umanità che ci deve coinvolgere ed emozionare”. A fare parte del cast stelle internazionali come il soprano russo Irina Lungu, il mezzosoprano georgiano Nino Surguladze, il tenore spagnolo Sergio Escobar e il baritono Alberto Gazale.