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Cronaca

I dettagli sulla strage di Altavilla Milicia: un mese di agonia e torture

di Marco Gullà -





“Sulla storia di Altavilla Milicia dico che Il male non è imposto da una presenza estranea, ma da noi stessi. Chiamatelo diavolo, chiamatelo come volete, ma la responsabilità delle nostre azioni malevole risiede in noi stessi e basta”. Don Cosimo Scordato, teologo ed ex rettore della chiesa di San Saverio all’Albergheria, ha la sua tesi sulla mattanza di Altavilla Milicia. Per lui non c’entrano nulla i legami religiosi, per lui è la follia umana che si è impossessata di Giovanni Barreca e della coppia che ha ispirato la strage. “Siamo sconvolti per quanto accaduto – prosegue don Scordato – c’è una comunità che piange”. Altavilla Milicia è ancora sotto choc per l’accaduto. Gli ultimi dettagli forniti dalla 17enne – figlia di Barreca e arrestata – hanno sconvolto ulteriormente gli abitanti miliciani che venerdì scorso hanno anche sfilato per le vie del paese per una fiaccolata silenziosa. “Conoscevo tutta la famiglia – ha raccontato un 40enne durante la manifestazione – sapevo che erano religiosi, io invece non credo e quando loro hanno saputo che io ero ateo, mi hanno allontanato. Soprattutto il padre, Barreca. Prima mi salutava e parlavamo, poi quando ha saputo che io non ero credente mi guardava male e se mi avesse veduto passare per le vie del paese, avrebbe sputato per terra”. Un fanatismo estremo quello dei Barreca, anche della figlia Miriam, unica sopravvissuta e partecipe al rito e agli omicidi. In base a quanto riferito dall’Autorità giudiziaria, la ragazza ha confessato di avere avuto un ruolo attivo nei giorni del rituale di esorcismo che si è svolto nella casa di via Granatelli del paese in provincia di Palermo. Un rito durato circa un mese e che nell’ultima settimana di vita di Salamone e dei suoi figli si sarebbe intensificato trasformandosi in un’agonia. Anche Kevin avrebbe preso parte alle torture, rimanendone però vittima a sua volta. Il rito collettivo era iniziato da un mese e coinvolgeva tutta la famiglia Barreca e la coppia formata da Massimo Carandente e Sabrina Fina. Erano tutti “preda di un delirio mistico”, ha raccontato il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio che, insieme alla procuratrice dei minori Claudia Caramanna, coordina le indagini sulla mattanza di Altavilla. La ragazza ha raccontato che per liberare la casa, la madre e il fratellino minore dal diavolo per settimane, insieme a Carandente e Fina, che il padre aveva conosciuto sui social, avevano pregato. Poi, non sortendo risultati, sarebbero passati alle violenze cercando di far uscire satana dai corpi dei familiari con la forza. Insieme al padre e ai complici l’adolescente ha torturato la madre, contraria ad andare avanti. La donna sarebbe stata presa a colpi di padella, colpita con l’attizzatoio del camino, ustionata col phon. “Rifarei tutto – ha detto la ragazza – avevano ragione loro”. Poi è toccato ai due fratelli: seviziati, picchiati, colpiti con fili elettrici, sono stati soffocati e incaprettati. Il ruolo della coppia palermitana è assolutamente in prima linea nel plurimo omicidio.
In un audio dei due, trasmesso a Pomeriggio Cinque, i due si rivolgono a Barreca: “Non essere scoraggiato dalle difficoltà che ti vengono messe davanti. Perché Lui noi non ci lascia e non ci abbandona. Per ogni cosa che Lui permette, c’è un motivo. Infatti, ci ha messo nel cuore di organizzare un fine settimana con i tuoi figli e dobbiamo venire a pregare”. “Non lasciamo che le circostanze prendano il sopravvento, non mettiamo impedimenti nelle cose che sappiamo che vanno fatte”. La Fina poi aggiunge: “Tu organizza un fine settimana per permettere al Signore di utilizzare di me e Massimo per venire a pregare per voi. E utilizzerà anche te, perché ti ha scelto. Ti ha chiamato per nome e l’ha dimostrato. Non mollare perché il Signore ha un piano per ogni cosa”. Saranno, infine, gli esami dell’autopsia – eseguita al Policlinico di Palermo – a chiarire i tempi esatti dei delitti e le cause della morte di Antonella, Kevin ed Emanuel.
Si sono verificati in più occasioni dei comportamenti che hanno una matrice religiosa distorta e che non avvengono solo a Termini Imerese, ma in tutto il territorio nazionale. È inutile che stia a sottolineare in quanti casi abbiamo constatato che la religione o determinati ruoli all’interno della chiesa siano stati usati utilizzati allo scopo di abusare sessualmente di minori. In qualche caso l’abuso è stato finalizzato non solo allo scopo sessuale ma anche a sfruttare economicamente e lavorativamente le persone.